Classica di Francoforte 2025, vince Matthews
L'australiano precede sul podio Cort Nielsen e Barrenetxea. Il migliore tra gli italiani è Oldani, settimo nella corsa che chiude la stagione delle Classiche di primavera

Michael Matthews (Ansa)
Francoforte (Germania), 1 maggio 2025 – Le Classiche più importanti sono già alle spalle, ma per chiudere la stagione ne manca ancora una all'appello, quella che apre il mese di maggio: la Classica di Francoforte 2025, che premia Michael Matthews.
La cronaca della gara
Per l'australiano si chiude un digiuno lungo 8 mesi che porta al sigillo numero 43 in carriera: al secondo posto si piazza Magnus Cort Nielsen, che con l'arrivo nella volata di gruppo non è riuscito a capitalizzare al meglio il gran lavoro svolto nell'arco della giornata dalla sua Uno-X Mobility. La corsa si era aperta con una prima fuga, con protagonisti Pierre Thierry e Laurence Pithie, ma è sull'ultimo passaggio sul Mammolshain che la situazione si infiamma grazie all'attacco di Maximilian Schachmann, Andreas Leknessund e Gregor Muhlberger, a loro volta tallonati da Neilson Powless e Fredrik Dversnes. A questo punto entra in scena la Uno-X Mobility, che lavora prima per chiudere ogni tentativo di fuga e poi per provare a lanciare il suo uomo di punta, appunto Cort Nielsen. Niente da fare: vince Matthews, uno dei più veloci in gruppo, nonché dei grandi favoriti di giornata che quindi conferma il pronostico. Il migliore degli italiani è Stefano Oldani, settimo e quindi lontano da un podio chiuso da Jon Barrenetxea.
Liegi-Bastogne-Liegi 2025, l'aneddoto di Thomas su Pogacar
Ben più rilievo aveva avuto l'ultima Monumento di primavera, la Liegi-Bastogne-Liegi 2025, vinta da Tadej Pogacar all'apparenza senza neanche faticare tanto: a confermare questa impressione è stato Geraint Thomas durante l'ultima puntata del suo podcast 'Watts Occurring'. "Eravamo nei primi chilometri della gara che sono sempre leggermente in salita e stavamo producendo oltre 400 watt. Ad un certo punto sento qualcuno che mi saluta: mi giro ed era Pogacar. Mi si affianca e ci mettiamo a chiacchierare e lui mi racconta come il giorno dopo deve andare alla Richard Mille per comprare un nuovo maledetto orologio. Io non ho detto nulla ma stavamo spingendo oltre i 400 watt e non è che avessi troppa voglia di avere una conversazione. Mi sentivo bene, ma volevo solo concentrarmi sul respirare". Come al solito, il corridore gallese, all'ultima stagione in gruppo prima del ritiro, non delude nella comunicazione, così come nella valutazione dei suoi colleghi. "Pogacar è semplicemente di un altro livello". Eppure, anche lo sloveno può perdere, come accaduto in occasione dell'Amstel Gold Race 2025, vinta in volata da Mattias Skjelmose. "Dopo la gara ho sentito Pogacar dire che tutti coloro che sostenevano che lui fosse uscito indebolito da quel secondo posto non capiscono nulla di ciclismo. Io credo invece che di ciclismo ne capiscano, ma non conoscono nulla di Pogacar. Ha fatto una gara a velocità a dir poco irreali". Non a caso, manco il tempo di banchettare su una mancata vittoria che il campione del mondo si riscatta vincendo le altre due gare del Trittico delle Ardenne.
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