Étoile de Bessèges 2025, Benjamin Thomas: "Noi corridori trattati come animali da circo"

Non si placano le polemiche sulla controversa corsa francese. Il ciclista della Cofidis affonda sul tema della sicurezza: "Dovremmo avere più considerazione. Invece per pochi soldi mettono a repentaglio la nostra vita"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
11 febbraio 2025
Benjamin Thomas (Ansa)

Benjamin Thomas (Ansa)

Roma, 11 febbraio 2025 - Probabilmente l'Étoile de Bessèges, nel panorama delle corse ciclistiche, non ha mai goduto di una tale notorietà, ma a che prezzo? Tra malcontento dei corridori, dispiacere degli organizzatori e indagini da parte dell'Uci, la questione è ancora aperta e ogni giorno si arricchisce di un tassello: oggi tocca a Benjamin Thomas dire la propria opinione su quanto accaduto nel sud della Francia e, in generale, sul momento attuale del ciclismo.

Le dichiarazioni di Thomas

 "Noi corridori siamo considerati animali da circo: hanno messo a repentaglio le nostre vite per 20mila euro": questo il commento del portacolori della Cofidis, notoriamente uno dei corridori in gruppo più abituato ad esprimere la propria opinione, anche a costo di andarci giù pesante. Il riferimento del francese, residente in Italia e compagno nella vita della collega, su strada e su pista, Martina Alzini, va a quanto accaduto in due tappe della corsa incriminata e poi vinta da Kévin Vauquelin: per la precisione alle tante auto che si sono trovate sul tracciato, scoperchiando le numerose criticità dell'organizzazione di una competizione Uci Europe Tour di categoria 2.1. Tra le prime conseguenze immediate, in attesa di quello che stabilirà la Federazione Internazionale, ci sono stati i ritiri in massa di diverse squadre. "Stavamo parlando con gli altri corridori e anche quelli che si sono ritirati avevamo detto che volevano continuare a correre. Ma se vogliamo farlo, dopo questo, dobbiamo dire che non è più possibile senza fare nulla". Poi Thomas torna a spiegare meglio il concetto di quei 20mila euro della discordia. "Ho letto che a Bessèges mancavano 20mila euro per pareggiare il bilancio ed è per questo che hanno voluto continuare. Conosco i budget dell'Uci e quando leggo di queste cifre capisco come stupidaggini del genere possano trasformare l'Étoile de Bessèges in uno spettacolo ridicolo. Il problema è che a queste corse vengono tolte risorse. L'Uci dovrebbe intervenire e prendere una posizione, oltre a fornire consigli e dare fondi". In effetti, a quanto pare, la Federazione Internazionale ha avviato delle indagini che potrebbero condurre a prese di posizione forti: lo spettro va dalle multe a qualcosa di più. A prescindere dal destino della corsa del sud della Francia, Thomas ci tiene a battere il tasto della sicurezza dei corridori parlando più in generale. "Non veniamo interpellati, riceviamo i percorsi dieci giorni prima delle gare senza poter cambiare le cose. Subiamo le situazioni come animali da circo e non parlo solo di cadute: l'anno scorso al Giro d'Italia aspettammo per diverso tempo a temperature bassissime solo perché avevamo richiesto rispetto per noi stessi a causa della neve. Ci fu detto di andarcene e tornare nei nostri team, pena la squalifica". Il riferimento di Thomas va all'ormai famigerata Livigno-Santa Cristina, valida per la tappa 16 del Giro d'Italia 2024, letteralmente mutilata a causa della neve: con annesse polemiche e taglio della Cima Coppi dell'edizione.

Leggi anche - Mondiali sci 2025, Johnson-Shiffrin oro nel team combined  

Continua a leggere tutte le notizie di sport su