Chi sono i 10 favoriti del Giro d’Italia 2025

Da Roglic ad Ayuso, passando per Tiberi e Ciccone fino ai gemelli Yates, senza dimenticare le 'vecchie glorie' Carapaz e Bernal: sono tanti i nomi che sognano il colpaccio nella Corsa Rosa numero 108

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
9 maggio 2025
Primoz Roglic e la sua Red Bull-Bora-Hansgrohe (Ansa)

Primoz Roglic e la sua Red Bull-Bora-Hansgrohe (Ansa)

Roma, 9 maggio 2025 - I corridori al via di Durazzo saranno 184, ma non tutti si presenteranno al Giro d'Italia 2025 con le stesse credenziali e ambizioni: ben pochi potranno infatti sognare di lottare per il podio, o addirittura per la tanto agognata maglia rosa.

I 10 favoriti del Giro d'Italia 2025

1) Primoz Roglic Si parte da colui che, in mancanza del campione in carica Tadej Pogacar, è di fatto il vincitore più recente dei 5 presenti nella startlist: Primoz Roglic ha trionfato nel 2023 dopo essere già andato a podio nel 2019. Erano tempi in cui lo sloveno militava con ottimo profitto nell'allora Jumbo-Visma, ma il passaggio alla Red Bull-Bora-Hansgrohe ne ha lasciato intatto almeno il feeling con la Vuelta, a referto già 4 volte con l'ultima a firma nel 2024. Proprio lo squadrone tedesco rischia - si fa per dire - di offrire alla corsa due piani B di tutto rispetto: Jai Hindley, vincitore nel 2022, e Daniel Felipe Martinez, secondo l'anno scorso. Entrambi però si presenteranno al via di Durazzo con i galloni di luogotenenti: il faro centrale sarà Roglic che, tra salite dure ma forse non durissime e le due cronometro in programma, potrà contare su un percorso molto affine alle proprie qualità, di recente esaltate dalla vittoria della Volta a Catalunya 2025. 2) Juan Ayuso Nella corsa di casa, Juan Ayuso, in programma a fine marzo, arrivò secondo alle spalle proprio dello sloveno. Classe '89 quest'ultimo, classe 2002 il portacolori dell'UAE Team Emirates-XRG: se quello tra i due favoritissimi non sarà anche uno scontro generazionale, poco ci mancherà. Per Ayuso, che aveva aperto la stagione aggiudicandosi la Tirreno-Adriatico 2025 (oltre, per restare in Italia, al Trofeo Laigueglia 2025), questo sarà un debutto al Giro d'Italia, ma solo con riguardo alla categoria senior: nel 2021, invece, nell'apposita corsa riservata agli Under-23, lo spagnolo vinse presentandosi al mondo del ciclismo come un talento in erba. Lo stesso si dice oggi di Isaac Del Toro, il vincitore della Milano-Torino 2025 che partirà da Durazzo con i galloni di gregario di lusso di una squadra ricchissima di talento. 3) Adam Yates A differenza della Red Bull-Bora-Hansgrohe, in casa UAE Team Emirates-XRG vige un governo a due teste che comprende Adam Yates, l'esperienza al potere. Vincitore del Tour of Oman 2025, il britannico formerà insieme a Jay Vine e Brandon McNulty la vecchia guardia della formazione emiratina, il cui obiettivo conclamato è mantenere in casa la vittoria: con chi, lo deciderà la strada del Giro d'Italia, finora battuta una sola volta da Yates (nel 2017, con a referto un nono posto). 4) Antonio Tiberi Chissà se per Antonio Tiberi pesi di più l'etichetta di erede di Vincenzo Nibali o quella di (forse) unico italiano capace di lottare per il podio di un Grande Giro, e in particolare di quello di casa: fatto sta che il quinto posto dell'anno scorso (con annessa maglia bianca), nonostante una condizione fisica non ottimale, lascia ben sperare, così come una Bahrain Victorious totalmente a suo servizio anche nelle persone di Damiano Caruso e Pello Bilbao, con quest'ultimo che invece dovrebbe curare la caccia alle tappe. Le incognite però non mancano al laziale, cronoman di specialità ma capace di difendersi bene quando la strada sale (seppure spesso solo del suo passo). Si parte proprio dal solito tarlo della condizione fisica, viziata dal ritiro dal Tour of the Alps 2025, con annesso cambio di programma nella preparazione: la speranza è che, risolti quei problemi, Tiberi abbia stavolta anche l'aiuto della Dea Bendata dalla sua per riportare all'Italia un podio che manca dal 2021 (a firma proprio del compagno di squadra Caruso). 5) Richard Carapaz Nel 2018 un suo numero in salita a Montevergine lo fece conoscere al grande ciclismo, prima del trionfo dell'anno successivo: Richard Carapaz ci vuole riprovare ripartendo dal passato. Per la precisione da un 2024 che ha rivisto l'ecuadoriano a buoni livelli al Tour de France (per lui una tappa, la classifica scalatori e il premio della combattività) e poi alla Vuelta, con tanto di podio sfiorato. L'EF Education-EasyPost non si presenta al via forse con la qualità di altri squadroni, ma il miglior Carapaz, tra salite e cronometro, ha già dimostrato di saper vincere da solo. Quando ovviamente c'è la gamba dei giorni d'oro. 6) Egan Bernal Semplice suggestione o reali velleità di rinascita? Nel dubbio, la Ineos Grenadiers punta forte anche su Thymen Arensman, fresco di secondo posto al Tour of the Alps 2025 (con allegata vittoria di tappa). Fatto sta che Egan Bernal, trionfatore del 2021, ci vuole riprovare a ritrovare quel feeling fortissimo con il Giro e con l'Italia poi bruscamente interrotto dal gravissimo incidente in allenamento di gennaio 2022. Il calvario è stato lungo e complicato, ma mai come stavolta c'è la sensazione che la luce in fondo al tunnel sia davvero vicina. 7) Simon Yates I ricordi di Simon Yates al Giro d'Italia sono decisamente più a tinte miste: nel 2018 un exploit importante, tanti giorni in maglia rosa prima del crollo sul Colle delle Finestre, curiosamente - neve permettendo - in programma anche quest'anno. All'epoca il britannico pagò mezz'ora dal connazionale, nonché futuro vincitore, Chris Froome: il riscatto arrivò a fine estate, con la vittoria della Vuelta 2018 e, a livello di Giro d'Italia, quello parziale maturò nel 2021, con il terzo gradino del podio. Da allora per Yates è cambiato tutto: anche la squadra, oggi una Visma-Lease a Bike che con Wout Van Aert e Olav Kooij andrà a caccia di tappe. E forse con lo stesso Yates: a meno che la sfida in famiglia con il gemello Adam e il ritorno sul Colle delle Finestre, il 'luogo del delitto', non ne risveglino le velleità rosa. 8) Giulio Ciccone Corridore da Grandi Giri o da Classiche? Mai un podio nei primi, un secondo posto alla Liegi-Bastogne-Liegi 2025 e un terzo posto al Giro di Lombardia 2024 sembrano emettere un verdetto importante. Eppure, Giulio Ciccone, uno che con il Giro d'Italia, tra Covid e infortuni, ha un conto aperto e un'assenza lunga 3 anni, non si presenterà al via di Durazzo solo per cercare di vincere tappe come, per restare in casa Italia, potrebbero fare Filippo Zana e Marco Frigo. Poi c'è chi come Lorenzo Fortunato sogna di rivivere una giornata come quella che nel 2021 lo vide trionfare sullo Zoncolan: da allora poche gioie ma anche tanta voglia di ritrovarsi. 9) Mikel Landa Il fresco rinnovo con la Soudal Quick-Step fino al 2026 andrebbe celebrato con un risultato di prestigio: magari un podio, già trovato al Giro d'Italia (sempre sul terzo gradino) nel 2015 e nel 2022. Mikel Landa in salita ha pochi eguali, ma potrebbe pagare un dazio pesante a cronometro: discorso che si può estendere a Einer Rubio (settimo un anno fa), David Gaudu, al debutto al Giro d'Italia, e Romain Bardet, invece all'ultimo ballo prima di ritirarsi presumibilmente dopo il Giro del Delfinato 2025, altra corsa del cuore come quella nostrana. 10) Derek Gee A fari (molto) spenti, Derek Gee sogna il colpaccio in rosa già riuscito al connazionale Ryder Hesjedal nel 2012. A parole il canadese ha confermato più volte di partire da Durazzo con quelle velleità di classifica scoperte, praticamente quasi senza una preparazione specifica, nel Tour de France 2024, concluso al nono posto. Il nome non è di quelli più altisonanti, ma la generosità non manca al corridore dell'Israel-PremierTech, non a caso eletto supercombattivo al Giro d'Italia 2023, anno del suo ingresso nel professionismo. Il coetaneo Michael Storer è forse meno passista ma più ancora più scalatore, come dimostrato con il successo al recente Tour of the Alps 2025. Nel 2024 chiuse la top 10, quest'anno l'australiano vuole alzare l'asticella, ma con un'incognita bella grossa: e se il picco di forma fosse arrivato troppo presto, appunto nella corsa tirolese di fine aprile?

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