Giro d'Italia 2025, De Bondt: "Sul Colle delle Finestre ho lavorato per Carapaz"

Il belga, in scadenza di contratto con la Decathlon AG2R La Mondiale Team, ammette i contatti con la formazione dell'ecuadoriano. E confessa: "Speravo lui e Del Toro riuscissero a rimontare su Yates"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
5 giugno 2025
Dries De Bondt (Ansa)

Dries De Bondt (Ansa)

Roma, 5 giugno 2025 - Per molti il Giro d'Italia 2025 è stato tutt'altro che spettacolare, ma la tappa 20, quella con la scalata al Colle delle Finestre, la Cima Coppi dell'edizione, è valsa il prezzo del biglietto, come si suol dire. Oltre a far ancora parlare di sé a quasi una settimana di distanza: l'ultimo tassello di una frazione ricca di ribaltoni e colpi di scena lo appone Dries De Bondt, il protagonista che non ti aspetti che svela un retroscena piuttosto bizzarro.  

Le dichiarazioni di De Bondt

  Intercettato dai microfoni di WielerFlits, il belga, vincitore della classifica dedicata agli sprint intermedi, ha svelato di aver lavorato per Richard Carapaz e, conseguentemente, per Isaac Del Toro nonostante si stia parlando di corridori di squadre diverse. La motivazione è presto detta: un contratto in scadenza con la sua Decathlon AG2R La Mondiale Team e la voglia di mettersi in mostra e attirare l'attenzione di qualche squadra più o meno prestigiosa, come potrebbe essere il caso appunto di EF Education-EasyPost o UAE Team Emirates-XRG. "Non ho ancora ricevuto alcuna notizia dalla mia squadra attuale per la prossima stagione e, dato che sono in scadenza in contratto, mi è sembrata una buona idea mettermi in evidenza durante il Giro d'Italia. Così, ho fatto sapere a diverse squadre che ero disponibile alle trattative". Insomma, la faccia tosta non manca a De Bondt, che svela poi di aver avuto un contatto diretto proprio con un dirigente della squadra di Carapaz. "Ho fatto questa cosa anche con Ken Vanmarcke, dicendogli che se cercavano corridori per il 2026 io ero disponibile". Qui si arriva all'incrocio tra il futuro e l'attualità del momento, il Colle delle Finestre, punto chiave dell'intera Corsa Rosa. "Prima dell'inizio della tappa, proprio Vanmarcke mi ha chiesto se avessi in mente di fare qualcosa, perché per loro sarebbe stato difficile mandare corridori nella fuga iniziale. Mi ha detto che che se mi fossi trovato lì e se avessi fatto qualcosa di importante per l'esito del Giro d'Italia, allora sarebbe potuto saltare fuori qualcosa di serio: quelle parole - ammette De Bondt - mi hanno portato a tirare per Carapaz". Alleanze in seno al gruppo, nulla di nuovo sotto al sole, che però non hanno impedito a Simon Yates di vincere l'edizione numero 108. "Andava troppo forte. Del Toro e Carapaz avevano 22" di ritardo quando ho comiciato a tirare e io li ho riportati a 8". Poi però, dopo 3' di sforzo, non ho potuto fare più nulla: peso 73 kg e devo produrre molti più watt degli scalatori. Quando mi sono spostato - continua il belga - loro vedevano ancora Yates e io speravo che avessero la testa e le gambe per chiudere quel gap, ma non è successo". Insomma, vista l'impasse tra Del Toro e Carapaz, pare proprio che De Bondt ci tenesse più di loro alla maglia rosa: un impegno extra per trovarsi una nuova squadra nel 2026 che, a questo punto, difficilmente sarà la Visma-Lease a Bike di Yates.

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