Giro d'Italia 2025, Del Toro tra rimpianti e record: una statistica lo avvicina a Coppi
Era dall'edizione del 1940, vinta proprio dal Campionissimo, che un corridore più giovane del messicano non saliva sul podio della Corsa Rosa. Ma restano amarezza e polemiche per il finale thriller con Carapaz

Isaac Del Toro (Ansa)
Roma, 2 giugno 2025 – Per qualcuno è il principale sconfitto del Giro d'Italia 2025, avendo perso la maglia rosa alla penultima tappa dopo ben 11 giorni di primato, impreziositi dal successo a Bormio, ma per molti il futuro è comunque dalla sua parte: il protagonista è Isaac Del Toro e a propugnare questa seconda tesi c'è una particolare statistica che durava dal 1940 e che da ieri è stata aggiornata.
Il record di Del Toro e il confronto con Coppi
Era infatti dall'edizione numero 28 della Corsa Rosa che un corridore più giovane del messicano non saliva sul podio. E che corridore: si tratta infatti di Fausto Coppi, che fece addirittura meglio, aggiudicandosi quel Giro d'Italia a 21 anni non ancora compiuti. Del Toro invece il prossimo 27 novembre spegnerà 22 candeline: tanta gioventù e tante lezioni impartite da una corsa che lo ha visto inatteso ma meritato protagonista. Dagli sterrati di Siena a quelli del Colle delle Finestre: tanto è durato il regno in rosa di colui che ai nastri di partenza del Giro d'Italia 2025 era solo la terza, se non addirittura peggio, punta dell'UAE Team Emirates-XRG, che vedeva in Juan Ayuso il capitano e in Adam Yates il luogotenente. La strada, come spesso succede, tra cadute e differenze di rendimento, ha detto altro, facendo cullare a Del Toro e all'intero Messico un sogno che si è infranto proprio nelle ultime curve e non senza una vena polemica di un ciclismo che ha riscoperto anche vecchie ruggini e rivalità in salsa americana.
La polemica tra Del Toro e Carapaz
L'edizione numero 108 della Corsa Rosa la vince Simon Yates, facendo pace proprio sulla montagna che 8 anni fa aveva spento il suo sogno ma, forse, la perdono i suoi rivali. Il primo dei due litiganti è ovviamente Del Toro: il secondo Richard Carapaz. Messico contro Ecuador e la corazzata UAE Team Emirates-XRG contro la ben più modesta EF Education-EasyPost. Tra l'esperto gregario Rafal Majka e qualche altro componente del gruppo forse volano parole pesanti, destinate poi a dissolversi nel clima di festa generale dell'epilogo di Roma. Perché il ciclismo è così: in bici ce le si dà di santa ragione a colpi di pedalate, scatti e controscatti, ma dopo tutti amici come prima. O quasi, perché per Carapaz ha vinto il corridore più intelligente e furbo di tutti (Yates) e la corsa l'ha persa Del Toro, mentre per quest'ultimo l'esperienza e il risultato ottenuto sono stati comunque molto positivi. Anagrafe alla mano, 32 anni l'ecuadoriano e 21 il messicano, forse una delle ultime chance di vincere un Grande Giro in carriera era appannaggio del primo, con allegati rimpianti maggiori. O forse, nella squadra dei tanti capitani (e del re supremo Tadej Pogacar), sarà il più giovane dei due a mangiarsi maggiormente le mani per l'estremo controllo e tatticismo sulla Cima Coppi dell'edizione, domata da Chris Harper. Coppi e Del Toro, oggi più vicini che mai a dispetto di 85 anni di gap tra quel 1940 e il 2025.
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