Giro d'Italia 2025, Vegni sulla neutralizzazione della tappa: "A tutela dei corridori"

Il direttore della Corsa Rosa spiega la decisione presa dopo la maxi caduta avviata da Hindley, costretto al ritiro: "Non potevamo rischiare di perdere altri pezzi grossi"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
16 maggio 2025
Mauro Vegni (Ansa)

Mauro Vegni (Ansa)

Roma, 15 maggio 2025 - Alla vigilia del Giro d'Italia 2025 molte delle ansie erano concentrate sulla Grande Partenza in Albania, invece scivolata via quasi senza intoppi, al netto del ritiro di Mikel Landa per una brutta caduta in una curva: la tappa 6 è invece quella dei primi veri problemi, affrontati dalla giuria con le dovute contromisure, come spiegato da Mauro Vegni.

Le dichiarazioni di Vegni

 Intercettato dai microfoni della Rai, il direttore della Corsa Rosa ha parlato innanzitutto della neutralizzazione decida dopo la maxi caduta che è costata il ritiro, tra gli altri, di Jai Hindley, vincitore nel 2022, smentendo anche l'ipotesi di frizioni con il gruppo sul da farsi. "Devo dire che ai corridori abbiamo solo riferito che avremmo ridato una nuova partenza mantenendo intatto il distacco dei fuggitivi. Non c'è stata nessuna discussione. Quando ci siamo fermati e abbiamo sentito i problemi della caduta, considerando che ancora pioveva e che gli asfalti diventano impraticabili. Poi abbiamo deciso di neutralizzare la corsa fino all'arrivo per non rischiare di perdere altri corridori per il Giro d'Italia". Il riferimento è appunto a Hindley, ai nastri di partenza un luogotenente della Red Bull-Bora-Hansgrohe con aspirazioni importanti in ottica podio. "Corridori importanti ci hanno lasciato le penne, dunque perché rischiare su una volata? Domani ripartiremo con i risultati acquisiti". La situazione di classifica è infatti stata neutralizzata, con il nuovo via della tappa scattato poco dopo Nola ma solo per decidere il vincitore sul lungomare di Napoli: Vegni torna sulle cause che hanno condotto la giuria a prendere una decisione sofferta ma probabilmente buona a prevenire altri problemi seri. "L'asfalto, come emerso dalle immagini, era bello, però tecnicamente non reggeva: io slittavo anche con le scarpe. Questo capita sempre soprattutto nei posti dove c'è il mare vicino: le prime piogge non bagnano bene l'asfalto, e sopra diventa come pattinare".

Le dichiarazioni di Groves

 Da un australiano ritirato a un altro che festeggia a Via Caracciolo: Kaden Groves vince la volatina per pochi intimi, ma comunque combattuta, come si è evinto anche dal contatto al limite tra Matteo Moschetti e Olav Kooij che ha portato al declassamento del primo nell'ordine d'arrivo. "Con la caduta, la pioggia e la successiva neutralizzazione abbiamo impiegato trenta minuti in più per concludere la tappa. Tutti volevano cercare di ottenere un buon risultato, è stato difficile rientrare. Ho sentito alla radio che avevamo perso anche un compagno di squadra (Juri Hollmann, ndr) e non solo lui. Ho fatto comunque il mio lavoro: abbiamo messo la marcia giusta per vincere". Per Groves, che al Giro d'Italia aveva già vinto e curiosamente sempre in Campania, ma a Salerno, si spezza così un lungo digiuno. "Stavo bene. Avevo delle ottime sensazioni anche con il brutto tempo, che tra l'altro mi piace. Merito anche della squadra, che mi ha posizionato in maniera perfetta per lo sprint finale".

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