Giro d'Italia 2023, primati e curiosità: svetta la favola al contrario di Derek Gee

Alla prima vittoria di uno sloveno grazie a Roglic fa da contraltare la sfortuna del canadese, l'eterno secondo di questa edizione della Corsa Rosa

29 maggio 2023
Derek Gee (Ansa)

Derek Gee (Ansa)

Roma, 29 maggio 2023 - Nel ciclismo, a differenza di quanto succede in altri sport, anche chi non vince diventa una sorta di beniamino: succedeva nei tempi remoti grazie alla maglia nera che premiava l'ultimo della classifica generale (oggi in parte tornata in auge al Tour de France) ma succede anche nei giorni nostri. Merito di Derek Gee, il corridore più sfortunato del Giro d'Italia 2023.

Mister 'secondo posto'

 Mentre Primoz Roglic, il primo sloveno a farlo, indossava l'ultima maglia rosa, chissà cosa passava nella testa del canadese dell'Israel-Premier Tech, diventato il simbolo del classico 'vorrei ma non posso'. Merito degli avversari, demerito proprio e zampino della sfortuna: fatto sta che sulle strade nostrane Gee, che si è piazzato al 22esimo posto, non ha messo in carniere proprio nulla, almeno fino al premio di 'super combattivo' assegnato a Roma al termine della passerella conclusiva. Il giusto riconoscimento all'uomo tanto bravo a centrare sempre la fuga giusta quanto a farsi scappare sul più bello la vittoria: per il classe '97 4 secondi posti al traguardo e altrettanti nelle classifiche individuali. Insomma, roba da far impallidire anche Toto Cutugno a Sanremo. Eppure, spesso nel ciclismo (e non solo) proprio chi non vince diventa simpatico. Lo stesso si può dire di chi è protagonista di episodi buffi e al limite del grottesco. In realtà questo destino a Gee, neoprofessionista su strada con un passato su pista, era toccato già alla Parigi-Roubaix 2023, chiusa poi al 135esimo posto. I più attenti ricorderanno le immagini di un corridore in fuga al quale, sulle prime pietre della Foresta di Arenberg, improvvisamente esplode e si disintegra la ruota: si trattava, manco a dirlo, proprio di un allora sconosciuto Gee, il 'Paperino' del Giro che da ieri può fregiarsi almeno di un premio dopo aver movimentato in prima persona una corsa che, a parte gli ultimi giorni, non sarà ricordata esattamente per lo spettacolo offerto.

Primati e curiosità

Per cosa sarà invece ricordato questo Giro? Sicuramente per la vittoria più 'anziana' in una tappa: quella di Mark Cavendish, che sulle strade di Roma, a 38 anni e 7 giorni, ha scavalcato Paolo Tiralongo in questa speciale classifica. Record che, parlando del successo finale, avrebbe potuto firmare Geraint Thomas se solo la cronoscalata del Monte Lussari non si fosse rivelata fatale in tal senso: non che Roglic sia esattamente un giovincello, come si evince dal quinto posto nella graduatoria dedicata ai vincitori più 'anziani' del Giro, comandata ormai da ben 68 anni da Fiorenzo Magni. Erano anni in cui l'Italia vinceva con estrema regolarità la Corsa Rosa: oggi ci si accontenta dei segnali di rinascita lanciati, nei rispettivi ambiti di competenza, da Jonathan Milan, Filippo Zana e Marco Frigo. Qualcosa a tinte azzurre comincia a muoversi: forse poco per sognare in grande per la prossima edizione, quella in cui chissà se il buon Gee tornerà per andare a caccia del tanto agognato successo di tappa dopo la sfilza di piazzamenti conquistata in questo Giro così particolare.

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