Ciclismo, brutta caduta in bici per Merckx

Per il Cannibale una scivolata a Mechelen. La moglie Claudine: "Un incidente stupido, ma si è rotto l'anca e dovrà essere operato"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
9 dicembre 2024
Eddy Merckx (Ansa)

Eddy Merckx (Ansa)

Roma, 9 dicembre 2024 - L'amore per la bicicletta non ha età e non conosce timori legati alla stessa: neanche se ti chiami Eddy Merckx, hai 79 anni e già nel 2019 sei stato vittima di una brutta caduta. L'ex fuoriclasse belga bissa la disavventura di 5 anni fa perdendo il controllo del mezzo a Mechelen: il primo responso emesso dall'ospedale di Herentals, lo stesso dove è stato in cura Remco Evenepoel nei giorni scorsi in seguito alla sua caduta in allenamento, parla di una frattura all'anca che richiederà un'operazione chirurgica.  

Le condizioni di Merckx

"E' stato uno stupido incidente: nessun altro è stato coinvolto, Eddy è semplicemente scivolato. Per fortuna non era solo, perché ha sentito un dolore violento. Sapeva che era una cosa seria ed è stato confermato in ospedale: si è rotto l'anca e dovrà essere operato". Questo il commento ai microfoni di Het Nieuwsblad della signora Claudine, moglie del Cannibale, puntualmente soccorso da alcuni passanti. Rispetto alla caduta del 2019, occorsa nei dintorni di Gent, stavolta il bilancio sembra meno grave: all'epoca Merckx rimediò una brutta ferita alla testa, con annesso trauma cranico, e problemi alla schiena, all'anca e alle ginocchia che richiesero un lungo periodo di riabilitazione. Purtroppo ci risiamo, ma i primi riscontri forniti sulle condizioni del più grande di tutti i tempi sembrano rincuoranti: in attesa ovviamente dell'operazione e del successivo decorso.

Le condizioni di Uijtdebroeks

Da un belga piuttosto esperto e affermato a un altro giovane e ancora grezzo: Cian Uijtdebroeks un anno fa di questi tempi dominava la scena per la bagarre sul ciclomercato che si accese tra le allora Bora-Hansgrohe e Jumbo-Visma. La spuntò la seconda, non senza polemiche e veleni reciproci, ma da allora del classe 2003 si è sentito poco o nulla anche a causa di diversi problemi fisici. Le vacanze di Uijtdebroeks si erano aperte con la paura di dover andare sotto i ferri per risolvere una volta per tutte un problema di vecchia data che riguarda una sensazione di intorpidimento alle gambe: un fastidio che, dopo quello dal Giro d'Italia, gli era costato il ritiro anche dalla Vuelta. Poi la schiarita, raccontata ai microfoni di La Dernière Heure. "Si trattava di un problema alla parte bassa della schiena, con alcuni nervi che erano bloccati: averlo individuato è stato un grande sollievo. Da allora ho trascorso molto tempo in palestra facendo esercizi specifici per rinforzare l'area. La strada è ancora lunga, ma ora guardo al futuro con più ottimismo". Nonostante la sua carriera sia appena alle primissime battute, il giovane belga ha anche avuto occasione di parlare del dopo, confessando una passione simile a quella di Vincenzo Nibali, non a caso passato dalle due alle quattro ruote. "Dopo il ritiro dal ciclismo vorrei intraprendere una carriera nel rally: mi è già capitato di guidare un'auto del genere e l'adrenalina che provi penso sia una sensazione bellissima". Un'altra attività che sollecita parecchio la schiena.

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