Giro d’Italia 2023: le pagelle della tappa 20. Roglic è più forte di tutto e di tutti

La cronoscalata regala un brivido dopo tre settimane di noia. Caruso tiene alta la bandiera dell’Italia come gli si chiedeva

di ANGELO COSTA -
27 maggio 2023
La gioia di Primoz Roglic

La gioia di Primoz Roglic

Roma, 27 maggio 2023 - Primoz Roglic trova lo spunto vincente nel giorno più importante: vittoria nella cronometro della ventesima tappa, maglia rosa e Giro d'Italia in tasca. Queste le pagelle di giornata.

Le pagelle della tappa 20

10 a PRIMOZ ROGLIC. Più forte di tutti e di tutto: vince con le gambe, prendendosi la tappa e il Giro, stravince con la testa, perché non perde la concentrazione nemmeno quando la sorte gli regala l’immancabile scherzetto, facendogli cadere la catena nel finale. Nel Giro deciso dalle crono, si prende la più bella, perché è quella che conta di più: a Tarvisio, dove si era imposto anche da saltatore con gli sci dal trampolino, si prende anche la rivincita col passato, perché tre anni fa proprio in una cronoscalata aveva buttato via un Tour quasi vinto. ‘Nella vita a volte si vince, a volte si perde’, dice, portandosi a casa il Giro per 14 secondi, quarto distacco più stretto di sempre: questa era la volta buona.

9 alla CRONOSCALATA. Nel Giro spento visto fin qui è un’illuminazione, il colpo di fantasia che riscatta tre settimane di noia, almeno a livello di classifica. Regala il brivido più bello, oltre che il vincitore più atteso alla vigilia.

8 a GERAINT THOMAS. Sfavorito sulle pendenze cattive di Monte Lussari, paga fino in fondo il suo debito con le leggi della fisica, essendo più pesante di Roglic. Affronta la prova che può portarlo nella storia come vincitore più anziano con grande serenità, salutando con un cinque prima del via Roglic, poi fermandosi con flemma british a cambiare bici e casco a metà percorso: più che correre la sfida chiave sembra prendere un tè, purtroppo per lui alla fine arriva l’amaro.

7 a JOAO ALMEIDA. Dato per spacciato per la vittoria finale, se la gioca fino in fondo: chiude al terzo posto una crono che rispecchia fedelmente la classifica. A Roma salirà per la prima volta sul podio, migliorando ancora il suo curriculum al Giro, anche se sembra sempre mancargli qualcosa rispetto a chi alla fine lo precede.

7 a DAMIANO CARUSO. Era ai piedi del podio e lì resta, dopo un’ottima crono. Chiude al quarto posto un Giro corso con intelligenza e umiltà, tenendo alta la bandiera d’Italia come gli si chiedeva: non era candidato al successo, quel che doveva fare l’ha fatto fino in fondo.

5 a EDDIE DUNBAR. Atteso sulle montagne, suo terreno prediletto, finisce il Giro in calando. Nella crono fa persino peggio, rimettendoci due posizioni in classifica dopo aver dato l’impressione di poter recitare da outsider. Segnale di stanchezza per questo irlandese sceso in Italia per cominciare a studiare da capitano: anche questa lezione gli tornerà utile.

0 alla REGIA TV. Alla produzione televisiva, targata EMG, si deve una crono decisiva più confusionaria di quanto non siano state le tappe precedenti: prima di concentrarsi sulla lotta finale per la maglia rosa troppe immagini sui comprimari, poca attenzione ai distacchi, scelte che hanno messo in difficoltà anche chi, come la Rai, la corsa si è sforzata di raccontarla bene.

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