Parigi-Roubaix 2025, Van Der Poel: "Ho ritrovato la mia gamba. Pogacar? Ci riproverà"
L'olandese si gode il terzo successo di fila nel velodromo, ma concedendo l'onore delle armi allo sloveno: "Peccato per quel suo errore in curva, senza il quale forse non l'avrei staccato fino alla fine"

Parigi-Roubaix 2025, l'esultanza di Van Der Poel (Ansa)
Roubaix (Francia), 13 aprile 2025 - Finora il bottino delle Monumento stagionali se lo sono spartiti loro due, alternandosi prima del sorpasso di oggi: Mathieu Van Der Poel, dopo la Milano-Sanremo 2025, mette la freccia e si aggiudica anche la Parigi-Roubaix 2025, calando quel tris di successi di fila che era riuscito solo a Octave Lapize e Francesco Moser. L'altro contendente è Tadej Pogacar, al debutto nell'Inferno del Nord. Buona la prima, a parte una scivolata in curva (e non è poco) che compromette il suo inseguimento al corridore comunque più bravo e forte sul pavé anche per il retaggio degli anni del ciclocross, dal quale si porta pure la brutta tradizione a queste latitudini di diventare il bersaglio di lancio di oggetti (e non solo) da parte di qualche sconsiderato. Alla fine, però, nel velodromo è festa per tutti: anche per il terzo classificato Mads Pedersen.
Le dichiarazioni di Van Der Poel
Inevitabilmente, un Van Der Poel sempre più signore del pavé e delle Monumento, con l'immediato pareggio a 8 con il bottino di Pogacar, viene pungolato sull'eventuale sapore dell'immediata rivincita dopo il terzo posto al Giro delle Fiandre 2025 della scorsa settimana. "Sinceramente mi dispiace anche per Tadej e per quell'errore in curva, nella quale ha sbagliato la traiettoria: andavamo velocissimi e penso che abbia sottovalutato la cosa. Io sono stato abbastanza rapido a reagire e poi non so cosa sia successo dopo perché ho guadagnato subito un piccolo distacco. Purtroppo sono cose che fanno parte della corsa e penso che senza quell'errore sarebbe stato difficile staccarlo e saremmo arrivati insieme al velodromo. Ma conoscendolo, tra un anno tornerà qui e ci riproverà più agguerrito di prima: è un talento straordinario e ce lo ricorda tutto quello che ha ottenuto finora grazie al suo talento unico". Dice bene il nipote di Raymond Poulidor e, in quanto tale, dunque con sangue francese nelle vene, tra l'altro reduce da giorni complicati a causa di un'infezione e dell'utilizzo degli antibiotici. Alla fine, tra realtà e pretattica, l'Alpecin-Deceuninck si conferma una corazzata nelle Classiche anche grazie all'apporto delle seconde linee come Jasper Philipsen, oggi prezioso nella parte centrale della gara, quella nella quale sembrava prospettarsi un triello diventato invece un duello e poi, appunto, un monologo. "Questa vittoria significa molto per me. E' stata una corsa durissima e oggi ho sofferto molto. Anche dopo la caduta di Pogacar ho faticato, perché in quel frangente ho dovuto proseguire e dare tutto. Infine - continua il classe '95 - negli ultimi due settori in pavé avevo il vento contrario e ho speso molto, pur essendo felice di avercela fatta". Eppure, prima di alzare le braccia (e la bici) al cielo, anche Van Der Poel ha dovuto fare i conti con un contrattempo, tra l'altro in uno dei settori più iconici e complicati, il Carrefour de l'Arbre. "Quando ho forato non sapevo a quanto ammontasse il mio vantaggio perché la radio non funzionava e quindi non ho potuto neanche comunicare con l'ammiraglia. Fortunatamente, è andato tutto bene e - conclude l'olandese - sono felice di aver ritrovato la mia gamba".
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