Roglic, lezione imparata Cresce la giovane Italia

Lo sloveno trionfa con una gestione perfetta tre anni dopo il crollo al Tour. Thomas secondo con signorilità top, quattro vittorie di tappa per gli azzurri.

di ANGELO COSTA -
29 maggio 2023
Roglic, lezione imparata  Cresce la giovane Italia

Roglic, lezione imparata Cresce la giovane Italia

di Angelo Costa

Tre settimane su e giù per l’Italia, dalla Costa abruzzese dei Trabocchi a Roma passando per Appennini e Alpi senza brividi, con tre cronometro che scrivono la classifica. Ecco il pagellone finale del Giro.

ROGLIC 10. Tre settimane al risparmio prima del guizzo nella spettacolare arrampicata contro il tempo, a due passi dalla sua Slovenia: l’esatto contrario di tre anni fa, quando buttò via un Tour il penultimo giorno in una crono per le fatiche accumulate nei tapponi. Anche ai più bravi le lezioni tornano utili.

TIFOSO SLOVENO 9. Sbuca dal nulla, quando Roglic rischia di perdere la crono per un guaio dalla catena, e lo aiuta a ripartire: sia o no un ex compagno dello sloveno ai tempi del salto con gli sci, come già narra la leggenda, gli salva il Giro.

THOMAS 8. Senza vincere una tappa, senza mai regalare un attacco vero, arriva a un passo dalla storia: a 37 anni poteva essere il vincitore più vecchio. Incassa la più amara delle sconfitte con una signorilità esemplare.

GIOVANE ITALIA 7. Bilancio ottimo, quattro tappe, tutte firmate da under 25: Milan, Davide Bais, Dainese e il tricolore Zana regalano un pizzico di speranza a un ciclismo azzurro in ricostruzione, ma ancora lontanissimo da chi può permettersi mezzi fenomeni o fenomeni interi.

CARUSO 6. Tiene l’Italia in classifica, senza fare gli straordinari: a 36 anni merita applausi, ma per il dopo Nibali serve altro.

GIRO 5. Concentra le uniche emozioni alla fine, in una sola tappa: troppo poco, viste le premesse e le promesse.

METEO 4. Edizione fra le più flagellate di sempre dal maltempo, pioggia a secchiate e finestre di sole aperte di rado. Di qui a venderlo come il principale motivo per la scarsa combattività nelle tappe più dure ce ne passa.

CONFERME MANCATE 3. Ci si aspettava il salto di qualità di Fortunato: se ne riparla. Ci si aspettava il ritorno ad alti livelli di Moscon: attendere, prego. Ci si aspettava un segnale forte anche da Bettiol: in un paio di occasioni ci mette gambe e coraggio, ma non le sfrutta fino in fondo.

SINDACATO CICLISTI 2. A ridurre la tappa ci prova già a Scandiano: respinto con perdite. Ci riesce a Crans Montana, mutilando un tappone senza maltempo e rischi. Per gli autogol, basta chiedere.

COVID 1. Appare alla vigilia, per sfasciare la squadra a Roglic. Riappare in corsa per spedire a casa Evenepoel e quasi tutti i suoi. Poi, come era apparso, scompare. Misteri.

TOUR 0. Perché i francesi si ostinano a proporre una corsa di grande livello se un Giro così è "pazzesco, incredibile e bellissimo"?

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