Sulle Tre Cime di Lavaredo Thomas resiste da campione Roglic, chance finale a crono

Buitrago vince il tappone, Almeida perde altro terreno: oggi la prova contro il tempo decisiva. Il gallese mantiene 26“ sullo sloveno: gli ultimi sette chilometri di ascesa durissima decreteranno il trionfatore .

di ANGELO COSTA -
27 maggio 2023
Sulle Tre Cime di Lavaredo  Thomas resiste da campione  Roglic, chance finale a crono

Sulle Tre Cime di Lavaredo Thomas resiste da campione Roglic, chance finale a crono

di Angelo Costa

Uno a uno e palla al centro. Anzi, palla alla crono friulana sulla feroce salita di monte Lussari: il Giro oggi si decide lì, in 19 chilometri, dopo diciannove giorni inutili o quasi. Se lo giocano in due, divisi da appena 26 secondi: il britannico Thomas, 37 anni appena festeggiati in rosa, e lo sloveno Roglic, che viaggia verso i 34. Corsa in controtendenza, non solo per lo spettacolo ma anche per l’età: nell’era dei bimbi prodigio, in Italia si preferiscono i vecchi classici.

Dal tappone extralarge delle Tre Cime escono dritti i primi due della classifica: il terzo incomodo, Almeida, scivola ancora indietro. Pochi secondi, una ventina: quanto basta a rendergli quasi impossibile la rimonta nella sfida finale. Cinque passi dolomitici, con tanto sole e l’immancabile sciacquone finale, spremono un risultato minimo, quasi impercettibile: i tre secondi che Roglic, con un guizzo finale irresistibile, mangia a Thomas. Prima la cronaca registra un attacco per uno, entrambi nell’ultimo chilometro e mezzo: comincia lo sloveno, dopo aver preso a Cortina una bici con rapporti agili, replica il gallese rosa, con grande freschezza dopo cinque ore e mezzo di fatica. Nient’altro da segnalare: il Giro condizionato dal tempo, inteso come meteo, lo deciderà il tempo, cioè la crono.

"Ho provato ad attaccare negli ultimi 400 metri, ma ho scoperto che altitudine e pendenze li rendono lunghissimi. Domani sarà la resa dei conti, il vantaggio non è male ma dovrò dare tutto", è il messaggio di mister G, che non ha proprio l’aria di esser stanco: già vincitore di un Tour, ha davanti l’occasione per render strepitoso il finale di carriera. "Sono contento, questa giornata è andata come pensavo: domani si va a tutto gas", il telex di Roglic, dopo aver abbracciato la moglie Lora e i figli che lo seguono in camper: vincitore di tre Vuelta, ha un conto da regolare con le cronoscalate, dopo averci rimesso un Tour tre anni fa proprio il penultimo giorno.

E allora eccolo l’esame della verità, da Tarvisio al Santuario di monte Lussari, tappa che ne contiene due: quasi due terzi sono di pianura, gli ultimi sette chilometri sono da arrampicata vera, perchè le pendenze diventano cattivissime (12 per cento la media, con punte del 22). Servono un paio di bici, da specialisti prima e da montagna poi, servono soprattutto gambe: "Qui vince chi le ha più buone", dice Alberto Contador, uno che i grandi giri li ha conquistati tutti, dopo aver pedalato sul tracciato friulano.

Le gambe, certo: sta lì la differenza fra duellanti che col cronometro hanno anche confidenza. Vale per Thomas, che dall’inseguimento in pista ha ereditato anche la capacità di pedalare solo con se stesso, vale per Roglic, campione olimpico della specialità, che avrà il vantaggio di correre davanti alla sua gente, di cui è prevista l’invasione. Fra i due, che messi assieme non hanno vinto una tappa, c’è parità anche nei precedenti contro il tempo, almeno in questo Giro: è andato meglio lo sloveno nel primo esame sui Trabocchi, pur non avendo brillato, ha fatto benissimo il gallese nel secondo a Cesena, perso per un secondo da Evenepoel, a conferma di una crescita costante che lo scodella pronto al punto giusto nel momento che conta. Confronto puramente statistico, perché le crono finali fanno sempre storia a sé: in questo caso, anche la Storia.

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