Tour de France 2025, cambia il percorso dell'ultima tappa: lo strappo di Montmartre divide
La salita incriminata, posta a 6 km dal traguardo, sarà ripetuta tre volte. Vingegaard guida il plotone degli scontenti: "Strade strette e tortuose". Evenepoel: "Una fatica extra che si poteva evitare"

Il podio del Tour de France 2024 (Ansa)
Roma, 21 maggio 2025 - E pensare che tutto nacque come un pesce d'aprile da sganciare a mezzo social l'anno scorso: invece, nel percorso della 21esima e ultima tappa del Tour de France 2025 è stata davvero inserito lo strappo di Montmartre, da fare per giunta ben tre volte, attirando opinioni di verso opposto da parte di appassionati, addetti ai lavori e soprattutto corridori.
Il percorso dell'ultima tappa del Tour de France 2025
Il primo a scagliarsi contro una novità che trasformerà la fazione finale della Grande Boucle da una semplice passerella a una vera e propria corsa fu Remco Evenepoel allorché, a inizio primavera, cominciò a prendere piede quella che all'epoca era solo un'indiscrezione. Oggi, quando è stato effettivamente sollevato il velo sulla tappa che chiuderà il Tour de France 2025, al belga si sono allineati anche nomi grossi come Jonas Vingegaard, Wout Van Aert, Jasper Philipsen e Jonathan Milan, tutti in disaccordo con quella che sarà una sorta di rivoluzione. In realtà, Aso aveva già preannunciato nei giorni scorsi l'inserimento di Montmartre, la novità che non cancella però il consueto arrivo sugli Champs Elysée saltato l'anno scorso, quando per la quasi concomitanza con le Olimpiadi il Tour de France si chiuse a Nizza. Il percorso dell'ultima tappa della prossima Grande Boucle si aggancia proprio a quello della prova dei Giochi, che aveva premiato Evenepoel, oggi invece tra i più infelici: la Butte de Montmarte (1,1 km con una pendenza media del 5,9%) sarà scalata tre volte e l'ultima ad appena 6 km dal traguardo. Nei 132,3 km totali, non mancheranno altre piccole grandi difficoltà altimetriche: per la precisione, la Cote de Bazemont (1,7 km con una pendenza media del 7%), piazzata dopo 10 km dalla partenza da Mantes-La-Ville, e la Cote du Pavé des Gardes (700 metri con una pendenza media del 9,7%), che precederà l'ingresso a Parigi. Poi il circuito finale lungo 6,8 km, quello già definito della discordia.
Cosa dicono i ciclisti
Per Vingegaard il problema è la strada stretta e tortuosa di Montmartre, mentre per Evenepoel si tratta di fatiche extra che si potevano evitare dopo tre settimane durissime già nelle gambe. I microfoni de L'Equipe hanno raccolto il dispiacere di Milan, di professione sprinter. "I Campi Elisi, come velocista, sono qualcosa che tutti sognano. E' un peccato vedere il percorso modificato proprio prima del mio primo Tour de France. In ogni caso, prima di arrivare a Parigi ci saranno tante opportunità ed è su quelle che voglio concentrarmi perché l'aggiunta di Montmartre renderà le dinamiche di corsa diverse". Invece ai microfoni di Sporza, Van Aert si accoda alla teoria dei pericoli in più. "Non sono contento di questa modifica. Credo che sia una scelta pericolosa." Più moderato è il dissenso di Philipsen, intercettato sempre da L'Equipe. "Da velocista è un peccato vedere questa tappa cambiare. Credo comunque che Aso abbia delle motivazioni valide. E poi non è detto che non vinca uno sprinter".
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