Trenta in terra a 70 chilometri da Napoli, si ritira anche Hindley. Pedersen resta in rosa. Giro, maxi caduta e nuovo problema sicurezza . Vince Groves la tappa con i distacchi annullati
La tappa più lunga è anche la più falsa: di vero almeno per l’ufficialità c’è il vincitore, non la classifica....

Kaden Groves, vincitore in volata
La tappa più lunga è anche la più falsa: di vero almeno per l’ufficialità c’è il vincitore, non la classifica. Colpa di una caduta a 70 chilometri da Napoli, con l’asfalto trasformato dalla pioggia in saponetta: vanno in terra pezzi più o meno grossi e la gara si ferma per diventar dibattito, come puntualmente succede al Giro. Dai conciliaboli fra giuria, organizzatori e corridori, esce la decisione che accontenta tutti: chi vuol far la tappa è libero di farla, se gli altri vanno a spasso non pagheranno ritardo.
Già dimessa per via del clima infelice che le toglie luce e colori, Napoli assiste a una mezza corsa: la volata che salva l’allestimento dello show (e l’incasso dell’organizzatore) la vanno a fare in trenta, il resto della compagnia si presenta a passo turistico e alla spicciolata. All’appello manca chi ha lasciato il suo Giro in terra, come l’australiano Hindley, ex vincitore della corsa rosa e preziosa spalla del favorito Roglic: primo a cadere, chiude la sua avventura in ambulanza, per trauma cranico commotivo. Fuori anche il tedesco Hollmann, col bacino rotto, e l’australiano Smith. Nei trenta ammaccati e sanguinanti che ripartono, ci sono Carapaz, Fortunato e la maglia rosa Pedersen, che rinviano alla notte in albergo la conta dei danni.
Non si scappa: è un’altra delle pagine che il Giro inserirà fra le più tristi, perché evitabile. Vero che la sicurezza resta al primo posto, ma a garantirla possono provvedere anche i primi interessati, non affrontando il bagnato ad alta velocità e con gomme gonfie come mongolfiere: basta toccare i freni ed è il patatrac. Come regolarmente accade sulla via di Napoli, dove sono noti asfalti e insidie, leggi salsedine: o lo si accetta e ci si attrezza, oppure si rinuncia a correre a queste latitudini quando non c’è il sole. Ps. Per archivi e posteri, la tappa la vince Kaden Groves, australiano di 26 anni, già a segno due anni fa, con Moschetti retrocesso per scorrettezze. A tre dall’arrivo, chi fa lo sprint deve evitare un dimostrante pro Pal che si butta in strada con un cartello: come conviene in una giornata d’inferno.
Ordine d’arrivo 6ª tappa Potenza-Napoli: 1) Kaden Groves (Aus, Alpecin) km 227 in 4h 59’52’’ (media 45,420), 2) Fretin (Bel) st, 3) Magnier (Fra), 4) Kanter (Ger), 5) Lonardi, 7) Marcellusi.
Classifica: 1) Mads Pedersen (Dan, Lidl Trek) in 20h 11’44’’, 2) Roglic (Slo) a 17’’, 3) Vacek (Cek) a 24’’, 4) McNulty (Usa) a 31’’, 5) Del Toro (Mex) a 32’’, 6) Ayuso (Spa) a 35’’, 7) Poole (Gbr) a 43’’, 8) Tiberi a 44’’, 9) Storer (Aus) a 46’’, 10) Pellizzari a 50’’, 13) Carapaz (Ecu) a 56’’.
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