A volte ritornano. Briatore-Binotto. L’altra Italia scende in pista
Uno ha già iniziato a risollevare i sogni dell’Alpine, l’ex ferrarista torna con la Stake che diventerà Audi.

Da sinistra Flavio Briatore, team principal dell’Alpine, e Mattia Binotto che guiderà la Stake di proprietà dell’Audi
Stephen King si occupava di orrore e non di Formula Uno, ma in fondo aveva ragione anche a proposito di automobilismo: a volte ritornano.
Tornano dunque, sul palcoscenico dei Gran Premi, due italiani particolari: Mattia Binotto e Flavio Briatore. L’alfa e l’omega in termini caratteriali, distinti e distanti, oggettivamente inconciliabili. Però, rieccoli: a Melbourne, dove sta per iniziare una delle stagioni più attese.
Ex Ferrari. Mattia Binotto oggi dirige la scuderia Sauber, ridenominata Stake, quella che schiera in pista il veterano tedesco Hulkenberg e il debuttante brasiliano Bortoleto. Sulla carta tecnicamente è il team più scarso, ma attenzione: la squadra è stata comprata dal colosso Audi, che dal 2026 sarà il brand della squadra. E sono stati i vertici di Audi a volere Binotto nel ruolo del leader.
Il personaggio è controverso, se vi fidate di me che lo conosco bene. Entrato in Ferrari con i calzoni corti, Binotto è stato un bravo motorista nell’epoca d’oro di Schumi. Poi ha scalato tutti i gradini della scala Rossa: era diventato direttore tecnico, nel 2019 ha ottenuto la qualifica di team principal e lì ha fallito rovinosamente, forse perché si era sopravvalutato, forse perché l’azienda non ha creduto abbastanza in lui.
La faccio breve. Binotto ha cultura e competenza in campo motoristico. Non sa scegliere i collaboratori e magari eccede in presunzione. Si è congedato dalla Ferrari a fine 2022. Mentirei se dicessi che a Maranello lo rimpiangono. Ma se in Audi lo aiutano, potrebbe prendersi belle rivincite. Non subito, ma esagera quando dichiara che fino al 2030 Audi non potrà lottare per il titolo. Ma stiamo scherzando, Mattia?!?
Ex tutto. Poi ci sarebbe Flavio Briatore. Anzi, c’è. Ex tutto: geometra di Cuneo, vacanziero alle Isole Vergini in presenza di noie processuali, campione del mondo con Benetton e Renault tramite Michael Schumacher e Fernando Alonso, entrambi da lui lanciati, quindi coinvolto in vicende non piacevolissime in pista tipo scandalo di Singapore 2008, amico da sempre della ministra Santanchè e bla bla bla.
Per non farla troppo lunga, qui conviene segnalare che il marchio Alpine, stufo di collezionare figuracce in F1, ha affidato la riscossa all’ex marito di Elisabetta Gregoraci e di colpo le cose sono migliorate, perché Briatore ha una quantità industriale di difetti, vedi imitazioni di Crozza in tv, ma ai box non è un citrullo, anzi. Ne capisce: non a caso ha messo sotto contratto l’argentino Colapinto, un giovane pilota che promette bene.
B&B: Binotto e Briatore sono l’altra Italia in F1, lasciando per un attimo da parte Antonelli e la Ferrari…
Continua a leggere tutte le notizie di sport su