Il genio della lampada meccanica. Aston Martin, Newey apre il futuro

L’ingegnere britannico ha sempre respinto la corte della Ferrari, e la Rossa non libera Cardile

di LEO TURRINI
4 marzo 2025
Adrian Newey ha iniziato a lavorare per l’Aston Martin della prossima stagione

Adrian Newey ha iniziato a lavorare per l’Aston Martin della prossima stagione

di Leo TurriniQuella di ieri potrebbe essere stata, a suo modo, una giornata storica per la Formula Uno. Nel senso che Adrian Newey, il Leonardo Da Vinci dei progettisti di monoposto da Gran Premio, ha ufficialmente debuttato nel suo nuovo ruolo al vertice di Aston Martin. A dispetto di mostruosi investimenti, il brand che rimanda al mito di James Bond fin qui non ha toccato palla, sotto il tendone del Circo a quattro ruote. Zero vittorie, pur avendo al volante un mostro sacro come Fernando Alonso, a sua volta a digiuno di successi dal remoto 2013, quando era un ferrarista.

E in questa romanzesca vicenda la Ferrari c’entra e non poco, come tra breve andrò a spiegare.Chi è. Prima, un breve promemoria. Classe 1958, nato nelle stesse terre di William Shakespeare, sin da giovane Newey ha preferito l’arte applicata alle auto da corsa. Il suo curriculum è clamoroso: 13 titoli mondiali piloti conquistati (4 con Williams nel 1992, 1993, 1996 e 1997, 2 con McLaren nel 1998 e 1999, 8 con la Red Bull dal 2010 al 2013 e dal 2021 al 2024), 12 titoli costruttori (5 con la Williams dal 1992 al 1994, nel 1996 e 1997, 1 con la McLaren nel 1998, 6 con la Red Bull dal 2010 al 2013 e nel 2022 e 2023) e oltre 200 gran premi vinti (54 con la Williams tra il 1990 ed il 1996, 41 con la McLaren tra il 1998 ed il 2005 e ben 116 con la Red Bull tra il 2009 al 2024). Le vetture da lui disegnate hanno raggiunto la pole position oltre 200 volte (64 con la Williams tra il 1990 ed il 1996, 39 con la McLaren tra il 1998 ed il 2005 e più di un centinaio con la Red Bull tra il 2009 ed il 2024). Ovviamente è strapagato come una Star e chi ha investito sul suo genio mai si è pentito. Mica per niente prima Montezemolo e poi Marchionne provarono ad ingaggiarlo per la Rossa. L’ultimo tentativo l’ha fatto John Elkann, un anno fa. Niente da fare.

Perché no. Ma come mai Newey non vuole saperne dell’Italia? Non per questione di soldi, lo avrebbero coperto d’oro. E lui è pure un collezionista di Ferrari d’epoca. Ma al Cavallino ha detto no: una volta perché la moglie non voleva lasciare la Gran Bretagna, temeva di non poter accudire (!) i suoi otto cani nel Bel Paese. E la scorsa primavera pare non gli sia piaciuto l’approccio di Fred Vasseur, restio a concedergli pieni poteri. Da lì, dopo il divorzio fragoroso da Red Bull, la firma per Aston Martin, dove lo hanno pure fatto azionista della scuderia, tanto per gradire.

Il veto. Tutto questo può contribuire a spiegare la curiosa vicenda di Enrico Cardile. Toscano, classe 1975, allievo del mitico Roberto Fedeli in Ferrari per la produzione delle auto di serie, Cardile fu spostato da Marchionne sulla F1. Con buoni risultati, tanto da diventare direttore tecnico. Ma poi si è rotto il rapporto di fiducia con Vasseur e nel luglio scorso il progettista per chi ha firmato? Ma per Aston Martin: papà Stroll, il boss del team che ha il figlio Lance come compagno di Alonso, gli ha quintuplicato lo stipendio pur di farne il più stretto collaboratore del magico Newey. La cosa buffa è che ieri in fabbrica Newey non l’ha trovato, Cardile. Si dice che la Ferrari, esercitando la clausola di divieto di concorrenza, fino all’estate non sia disposta a…liberare il transfuga. Talvolta nemici non si nasce, ma si diventa.

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