Maxcel Amo Manu, dall’amputazione all’oro nei 100 metri: "Non bisogna mollare mai”

Atletica Bolognese d’adozione, ai mondiali paralimpici di Parigi ha corso in 10“71. Nel 2017 l’incidente, poi la riabilitazione a Vigorso: "Dedico la vittoria a chi soffre".

di ALESSANDRO GALLO
14 luglio 2023

Maxcel Amo Manu e la medaglia d'oro ai Mondiali paralimpici di Parigi

Parigi (Francia), 14 luglio 2023 – L’italiano che ha vinto il primo oro, ai mondiali paralimpici di atletica, vive in via Agucchi, zona Santa Viola. Bologna, dunque, anche se la sua è una storia particolare, perché Maxcel Amo Manu, l’oro ai mondiali di Parigi nella specialità regina, i 100 – 10’’71 nella categoria T64 – viene dal Ghana e ha perso una gamba per un incidente.

"Sono nato il 28 febbraio 1992 a Kumasi, in Ghana – racconta Maxcel –. Nel 2003 sono arrivato in Italia e ho vissuto a Milano fino al 2016. Nel 2015 ho conosciuto la mia compagna Serena. Abbiamo due figli, Rayan e Ashley. Un anno dopo mi sono trasferito a Bologna, per cercare un lavoro. Mi hanno assunto come magazziniere".

Poi, il 16 agosto 2017, l’incidente in moto che gli cambia la vita. L’impatto mentre sta raggiungendo il posto di lavoro: ci sono due interventi per salvargli l’arto. Ma si arriva all’amputazione dell’arto inferiore sinistro. Maxcel scopre la realtà di Vigorso e il centro protesti Inail famoso in tutto il mondo. "Lì comincio il mio percorso di riabilitazione e mi prospettano l’idea di fare sport".

Maxcel può contare su Melissa Milani, presidente del comitato paralimpico Emilia-Romagna e sul lavoro del delegato Cip di Bologna Roberto Cristofori. Conosce Marco Simoni, che lo allena. Ha i primi contatti con la Francesco Francia.

"Ora sono qui – insiste –, un paio di anni dopo la mia prima corsetta con una medaglia pesante al collo e un record sognato e sperato. I miei obiettivi sono le Paralimpiadi di Parigi e cercare di ottenere un altro record. C’è ancora tanto da lavorare con il mio allenatore Marco".

Lunedì tornerà in pista nei 200. Adesso c’è spazio solo per la commozione. Che fosse forte, in fondo lo sapeva. Dimostrare di essere il più forte di tutti, ai Mondiali, è un altro discorso.

"Mamma mia che emozione – dice –! Sono felicissimo, mi viene da piangere, ma non posso. Ho avuto dei problemi con la cuffia della protesi. Ho preso anche un cartellino giallo. È un problema che già avevo avuto e, con questa tensione, ne avevo ancora più del solito. Ho fatto proprio una brutta partenza, ma volevo vincere".

Dici Maxcel e, per assonanza, viene fuori il nome di Marcell (Jacobs), il velocista che ha rivoluzionato l’atletica italiana. Maxcell ci pensa. "Qualche volta ho pensato a lui, ma lui è più veloce di me. Mi piace questo paragone perché certe cose le ho imparate guardandolo. Dedico questa vittoria a tutte le persone in difficoltà che non sanno come uscirne. Bisogna provare, provare, provare perché è capitato anche a me e ora sono campione del mondo. Non ci credo ancora. Non mollate mai".

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