Camilla Rizzardi: dalla passione al professionismo nel trail running

Camilla Rizzardi, giovane promessa del trail running, conquista podi internazionali e punta al professionismo.

di CLAUDIO LAVAGGI
25 aprile 2025
Una bella immagine di Camilla Rizzardi,. 25 anni, di Ramiseto

Una bella immagine di Camilla Rizzardi,. 25 anni, di Ramiseto

È "uscita" quasi dal nulla: Camilla Rizzardi, montanara doc nata a Castelnovo Monti 25 anni fa e residente a Ramiseto, vuole diventare una professionista del trail (corsa a piedi nella natura) e se l’inizio si vede dal mattino, beh, la strada sembra davvero quella giusta. Pochi giorni fa, su 223 atlete di livello internazionale, è arrivata seconda al trail dell’Istria dietro una ragazza polacca che corre per professione, e poi a ritroso ha vinto a Sestri il 23 febbraio, seconda a Tarsogno e Cerro di Verona, prima a Piglione di Lucca, terza a Calestrano e prima il 14 luglio dell’anno scorso all’Eco Maratona del Ventasso.

Sette podi in sette gare, da 19 a 43 chilometri. "Sì, sono davvero contenta di questi risultati – dice Camilla che da bambina ha pure gareggiato nello sci alpinismo – se penso che ho iniziato quasi per scherzo… Correvo per passione, diciamo una mezzoretta al giorno, poi a Collagna c’è stata una gara di 15 chilometri: io non avevo mai corso una distanza così lunga, invece è andata benissimo. A dire il vero da juniores sono stata tesserata anche per il Casone Noceto e per l’Atletica Castelnovo Monti, ma avrò fatto un paio di gare nel 2018 e per di più da velocista, niente di rilevante. E poi nell’inverno tra il 2023 e 2024 mi sono infortunata, ma a maggio dell’anno scorso ero già tornata a buoni livelli".

Ora lo scherzo è diventato serio. "Io ho sempre amato correre e adoro la montagna, il nostro meraviglioso Appennino. Ho iniziato diciamo allo sbaraglio, pronti via, mi divertivo, facevo i miei allenamenti, informandomi qua e là, tutto da sola, senza particolari programmazioni". E anche adesso? "No, faccio parte del gruppo Kailas e da quest’anno seguo gli allenamenti che mi fornisce Donatello Rota, un tecnico molto preparato. E mi pare che i miglioramenti si siano visti da subito".

Lei dice che vorrebbe fare la professionista, ma se non arriva a certi livelli sarà molto dura. "Non sto con le mani in mano, mi sono laureata on line in Scienze dell’Educazione e lavoro in un bar dal lunedì al venerdì, il che mi permette di avere del tempo libero per allenarmi. La media è di un’ora e mezzo al giorno, poi magari una volta c’è il lungo da due e mezzo. E poi palestra e ripetute al campo di Castelnovo; un po’ di bicicletta, rulli, non mi faccio mancare niente".

Proviene da famiglia sportiva? "Sì nel senso di amante dello sport e della montagna, non però a livello agonistico". Lei, comunque, ha fatto già dei bei risultati. Viste le distanze lunghe sulle quali si cimenta, non ha mai pensato alla maratona o qualche gara sui 5.000 o 10.000 in pista? "No, no, strada e pista non mi attirano, ci corro solo per allenarmi, il mio habitat naturale… è la natura, quindi gare in montagna. Poi, mai dire mai, ma per ora non mi interessa".

Meglio in salita o in discesa? "In salita mi trovo sicuramente meglio". Dieta particolare? "No, flessibile, mangio di tutto e credo sia giusto così, bisogna godere dei piaceri della vita. Poi è chiaro che non mi abbuffo o non mangio patatine fritte il giorno della gara".

A questo punto partono gli obiettivi. "Io non ho fatto tante gare, quindi devo ancora capire dove posso arrivare. In gara cerco di ascoltare il mio corpo, le sensazioni. Con il gruppo Kailas adesso vado a fare gare internazionali che sono un bel banco di prova: la prossima è la 51 K del Swiss Canyon Trail, in Svizzera, ai primi di giugno, gara con dislivello di oltre 2600 metri. Nel frattempo, in maggio, qualche gara nei dintorni".

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