Casadei "Il titolo vinto a Misano vale di più"
Il pilota riminese si è laureato campione del mondo di MotoE: "Ero convinto di farcela e ce l’ho messa tutta per tagliare il traguardo"

di Ugo Bentivogli
Lassù, sul tetto del Mondo. Può starci uno solo e avrà un record che durerà per sempre: Mattia Casadei per tutta la vita sarà il primo campione del Mondo di MotoE, titolo conquistato sabato scorso tra la sua gente, battendo il catalano Jordi Torres e l’altro riminese, che a suo tempo vinse la prima Coppa del Mondo delle moto elettriche, Matteo Ferrari. E a festeggiarlo in pista appena tagliato il traguardo, malgrado si sia dovuto far portare a spalla per i postumi dell’operazione alla gamba sinistra, anche l’ultimo campione del Mondo – in questo caso di Moto2 – riminese, ovvero Enea Bastianini, ora pilota ufficiale della Ducati, anche se quest’anno gli infortuni lo hanno tenuto quasi sempre lontano dalle piste.
"Con Enea ci conosciamo da tanti anni – racconta lo stesso Mattia Casadei – e mi ha fatto davvero piacere trovarlo in pista a festeggiarmi. È stato davvero bello vincere il titolo Mondiale a Misano, davanti a tutta la mia famiglia e ai miei amici: c’è stata la possibilità di festeggiare con tutti quanti sabato sera, assieme anche al mio team. Molto bello. Con gli altri piloti romagnoli ci conosciamo dai tempi delle minimoto, con le quali abbiamo iniziato tutti a correre più o meno assieme". Il 24enne, nato e cresciuto a Rimini, ha vinto sulla pista intitolata a Marco Simoncelli e proprio con il Sic58 Squadra Corse di Paolo Simoncelli, ha mosso i primi passi nel circus delle moto. "Ho conosciuto Paolo nel 2013 e siamo rimasti assieme sino al 2021, poi ognuno ha preso la sua strada ma sono rimasto molto legato a lui. Del resto avevo iniziato da qualche tempo a correre quando sono entrato in contatto con Simoncelli: a 8 anni ho inforcato la prima moto, iniziando con le minimoto come tutti. Mio padre Giancarlo era molto appassionato e mi ha trasmesso tutta la passione per le due ruote. Sino ad allora avevo giocato un po’ a calcio, ma soprattutto con gli amici. Poi sono arrivate le moto e non c’è stato altro. Mi piacevano troppo".
Il titolo Mondiale è arrivato al termine di una stagione decisamente lunga: 16 gare in 8 tappe. L’inizio è stato tutto favore di Torres che a metà mondiale, ovvero dopo la tappa olandese di Assen aveva 55 punti di vantaggio sul romagnolo. Che poi ha cambiato completamente marcia, tanto da vincere, 8 gare dopo con 43 punti di vantaggio, un’infinità. "Mi sentivo veloce anche nelle prime gare e i risultati erano buoni. Poi sono diventati eccezionali: ero davvero convinto di vincere, mi sentivo il più forte e la moto andava velocissima. Determinazione e convinzione hanno fatto tanto. Sinceramente sono orgoglioso di me stesso e di quel che abbiamo realizzato, tutti insieme con la squadra e la mia famiglia. Io volevo vincere a tutti i costi e ce l’ho davvero messa tutta per conquistare il titolo: ci sono riuscito e ora ci godiamo il momento magico". Ora il futuro. Il team Pons chiude i battenti dopo tanti anni. "Stiamo lavorando per salire su una Moto2 il prossimo anno – conclude – ma niente è deciso. Da campione del mondo ho avuto tante offerte per la MotoE, ma la mia priorità sarebbe la classe intermedia. Tra non molto sapremo tutto".
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