Cassioli da 100 e lode
Tante sono le medaglie vinte fra titoli italiani, europei e mondiali .
In matematica cento è un numero quadrato perfetto (10x10), nella vita sportiva di Daniele Cassioli, invece, vale molto di più. In California, dove dal 14 al 17 settembre, si sono svolti i Mondiali paralimpici di sci nautico, il lombardo, cieco dalla nascita (nato a Roma ma ormai gallaratese), ha conquistato il centesimo titolo in carriera. Nel palmarès se ne contano 27 mondiali, 25 europei e 45 italiani, a cui si sono aggiunti i 3 ori (in salto, figure e combinata) e l’argento (slalom) che si è messo al collo negli USA. Grazie anche ai suoi podi, l’Italia ha chiuso al quinto posto nel medagliere.
Statistiche che simboleggiano la costanza e la dedizione dell’azzurro nei confronti di quello sport che pratica da quando è piccolo. "Provo un’enorme soddisfazione – ha scritto su Instagram - perché sono numeri che mi accompagneranno per sempre. Poi ci sono quelle cose che non si esprimono con dei dati, eppure valgono tantissimo: un senso di gratitudine gigantesco per i miei compagni di squadra, tanti di loro amici da una vita con cui ho condiviso fatiche e soddisfazioni".
L’atleta, classe 1986, ha poi ammesso: "È stato un tempo difficile quello che è trascorso dagli ultimi mondiali nel 2019: la pandemia, l’età che avanza e un’operazione al ginocchio destro mi hanno costretto a ridurre significativamente gli allenamenti e anche il lavoro come formatore nelle aziende mi entusiasma e richiede tempo che, inevitabilmente, va dedicato alla professione – precisa - È stato il primo mondiale per me senza mio fratello. Davide ci manca tantissimo e tutto ciò che di buono ho fatto in America è dedicato a lui". Davide Cassioli è infatti scomparso prematuramente a 41 anni, a maggio 2022. Ogni piazzamento importante è per lui e in sua memoria. "Mi manca sempre tanto la telefonata di Davide dopo le gare che purtroppo non potrò mai più avere, a maggior ragione queste medaglie sono per lui".
L’ha voluto ribadire pure sui social, dove ha utilizzato un pizzico di ironia. A corredo di uno scatto, in cui appare sorridente e con le tre medaglie, ha scritto: "Veni, non vidi, vici": La cecità non gli hai mai precluso nulla, anzi. Ha iniziato ad avvicinarsi allo sport, che per sua ammissione considera una sorta di vera entità, come se fosse un amico fraterno, a 3 anni. Sognava di dare calci ad un pallone, ma non c’erano settori giovanili per chi aveva una disabilità e, allo stesso tempo, i genitori volevano che praticasse uno sport come il fratello. Ha così mosso i primi passi con nuoto e karate, poi è passato allo sci e infine è approdato al nautico a 10 anni. Grazie all’attività agonistica si è sempre sentito libero di esprimersi e di dimostrare quello che può fare al di là della barriera visiva. Non si è mai posto nessun limite, tanto da commentare anche una partita della Roma, di cui è grande tifoso
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