Giovanni senza paura. Marchetti va a 150 all’ora: "Cerco sempre più velocità per raggiungere Cortina»

Ventisei anni, da alcune stagioni fa parte del Gruppo Sportivo Esercito "Ho girato il mondo con lo skeleton e sono ventunesimo nel ranking iridato. Per conquistare i Giochi Olimpici del 2026 so di dover migliorare ancora".

di ALESSANDRO GALLO
28 febbraio 2025
Ventisei anni, da alcune stagioni fa parte del Gruppo Sportivo Esercito "Ho girato il mondo con lo skeleton e sono ventunesimo nel ranking iridato. Per conquistare i Giochi Olimpici del 2026 so di dover migliorare ancora".

Ventisei anni, da alcune stagioni fa parte del Gruppo Sportivo Esercito "Ho girato il mondo con lo skeleton e sono ventunesimo nel ranking iridato. Per conquistare i Giochi Olimpici del 2026 so di dover migliorare ancora".

Ha girato il mondo con la divisa (sportiva) dell’Esercito. Nessuna missione di pace (o al contrario di guerra) per Giovanni Marchetti: solo l’idea di inseguire un sogno. Partecipare, tra un annetto, ai Giochi Olimpici di Milano-Cortina 2026. Lui, Giovanni Marchetti, e il suo skeleton. Che sarebbe poi quella sorta di slittino – i puristi della specialità avranno di che lamentarsi per questa spiegazione fin troppo semplicistica – nel quale l’uomo, o la donna, gareggia a testa in giù, con il torace attaccato al mezzo e le curve e i rettilinei nei quali si possono raggiungere velocità incredibili. Anche 140 chilometri orari. Senza freni ma, come racconta Giovanni, anche senza paura. Giovanni ha appena chiuso la stagione agonistica.

"Ho chiuso a Lillehammer. Non sono riuscito a staccare il pass per i Mondiali, che ci saranno nella prima settimana di marzo a Lake Placid".

Giovanni, niente Mondiali, ma…

"Sono soddisfatto. In fondo si è trattato della mia prima esperienza in Coppa del mondo. Per un’inezia non sono entrato nella top venti. Ma anche ventunesimo al mondo, poi, non è un risultato da buttar via".

Niente Mondiali, perché?

"Perché all’Italia sono stati concessi due posti. E io al momento sono il terzo degli azzurri".

No ai Mondiali, ma i Giochi?

"Ci spero. Ci spero ancora. Anche se so che non sarà facile andare alle Olimpiadi".

Chi sono i suoi avversari?

"Avversario è un termine improprio. Perché dovrò cercare di fare meglio dei miei due compagni di Nazionale. Che sono fortissimi e animati, come me del resto, da tante motivazioni".

Conosciamoli questi compagni.

"Si tratta di Amedeo Bagnis, che è stato vice campione del mondo a Saint Moritz. Questo la dice lunga sul suo livello".

E l’altro?

"Mattia Gaspari, che è originario di Cortina. Potrebbe essere la sua ultima chance per andare ai Giochi. Correre in casa, per lui, sarebbe fantastico".

E poi c’è lei?

"Sì, da Bologna a Courmayer, dove si trova la mia caserma".

Presta servizio?

"No, per il momento solo atleta. In caserma per le pratiche burocratiche e i momenti di rito. Mi alleno".

Dove?

"Dovrei provare anche la pista di Cortina. La mia stagione agonistica è terminata. Quella degli allenamenti no".

Ha girato il mondo?

"Effettivamente sono stato in Corea e in Cina per le prime gare. Poi Germania, Lettonia, Austria, Norvegia, Svizzera".

E adesso?

"Proseguo con gli allenamenti".

In pista?

"No, a parte provare quella di Cortina c’è il lavoro con il mio preparatore, Andrea Gallina. Ex ostacolista pure lui".

Ragioniamo per assurdo.

"Facciamolo".

Non si qualifica per i Giochi.

"Ci riproverei tra quattro anni. Saranno in Francia, su una pista che mi piace davvero tanto. Ma pensiamo a Milano-Cortina: ho un anno, davanti. E non voglio lasciare nulla di intentato".

Dica la verità: ogni tanto ha paura.

"No, perché?".

Scende lungo discese incredibili. Prende velocità e non ha strumenti per frenare.

"E allora? Non c’è paura. C’è la consapevolezza di quello che sto facendo".

Velocità?

"A Saint Moritz ho toccato i 140".

Sensazioni?

"Adrenalina a fiumi, senso di libertà, divertimento. Poi questa disciplina mi permette di fare anche altre esperienze".

Quali?

"Sono stato a Montegrotto con il mio mental coach. Piscina termale Y40. Prove di apnea con una campionessa del calibro di Alessia Zecchini".

Lei era un ostacolista della Sef Virtus.

"Certo, non rinnego il mio passato. Magari poi ci riprovo. Anzi, la vuole sapere tutta?".

Sì, dica.

"Facevo i 110 ostacoli. Detengo tuttora il record societario sulla distanza. Magari, prima o poi, qualcuno mi batte".

E allora?

"Mi rimetto in canotta e calzoncini. E provo a riprendermi il primato".

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