"Il mio futuro? Valuterò, ora devo fermarmi"
Luca Rambaldi, argento a Parigi nel canottaggio: "Ho quasi 30 anni e ho sacrificato molto in questi anni. Anche la schiena deve riposare"
"Fare sport è un importante, ma voglio pensare anche alla mia vita personale". Di ritorno dai giochi olimpici di Parigi, il ferrarese Luca Rambaldi, medaglia d’argento nel 4 di coppia (4x) di canottaggio, si è concesso qualche giorno nella sua città. Lo abbiamo incontrato per parlare del suo futuro e non solo.
Qual è il suo rapporto con Ferrara?
"Penso che Ferrara dia un’offerta formativa per tutte le attività che si vogliono intraprendere, che siano professionali lavorative, sportive, artistiche e di ogni tipo. Personalmente ho iniziato il mio percorso agonistico nel canottaggio, a nove anni nella Canottieri Ferrara quando ci si allenava sul Po, poi non ha fatto più pratica sportiva, così ho trovato appoggio al Cus Ferrara, una grande realtà".
Come è nata la sua carriera? "A 15 anni sono andato via da Ferrara per cercar un nuovo percorso sportivo, accettando l’offerta federale dell’accademia remiera a Terni. Si è trattato di un’occasione unica per evolvermi a livello sportivo. Il passaggio successivo a 18 anni, quando sono entrato nella Guardia di Finanza, per ricercare la carriera sportiva e lavorativa futura, con l’obiettivo di arrivare alla medaglia olimpica. Ci sono stati in questi anni alti e bassi, medaglie mondiali, europei, titoli, poi il quinto posto alle olimpiadi di Tokyo. Si è trattato di un grosso dispiacere, che però mi ha permesso di tirare fuori ancora di più il carattere, che mi ha spinto ad arrivare all’argento a Parigi". Cosa prevede per il suo futuro?
"Il prossimo impegno è quello di riposare un attimo anche con la schiena. Ho sofferto molto in questi anni, una caratteristica dei canottieri, dato che usiamo tanto la schiena nel movimento. Ci soffro molto. Devo pensare al post e alla mia vita, a come stare con la schiena e come continuare con lo sport. Sarebbe bello partecipare a Los Angeles 2028, però quattro anni sono ancora lontani, insomma vediamo un attimo che progetti sportivi mi riserva questo futuro. Non c’è nulla di definito e nessuna porta è chiusa al momento". Quindi un approccio diverso, come ha dichiarato Tamberi? "Non escludo a priori di ambire a Los Angeles 2028, anzi c’è la grande volontà di farla e continuare. Ma ormai ho quasi 30 anni e vorrei anch’io una mia vita personale, oltre che sportiva: ho dedicato tutto al canottaggio, sacrificando tanto, per girare l’Italia e il mondo per eccellere. Dopo la medaglia olimpica, Coppa del Mondo, europeo, mondiale, mi sento completo come atleta, quindi, questa foga di arrivare adesso c’è un po’ meno, ma non vuol dire che ci sia meno volontà per continuare. Giustamente come dice Tamberi, che stimo tantissimo, ad una certa età bisogna pensare anche alla propria vita, non solo allo sport".
Cosa consiglia ai giovani ferraresi?
"A tutti dico di fare sport, in quanto è un’importante lezione di vita, valori e sani principi. Non pensare che ci sia solo la scuola o solo lo sport, ma bisogna implementare le due cose. Non ho mai avuto debiti a scuole o non ho dovuto ripetere un anno. Credo che se si vuole essere un bravo sportivo, si deve avere un cervello, quindi è utile avere un costante andamento scolastico. Il punto è che non si deve per forza fare sport o essere ottimi sportivi, ma avere un hobby da coltivare, arte, musica, sport qualsiasi cosa che ti porti a competere con te stesso e con gli altri, per assaporare i valori della vita e per non accontentarsi".
Mario Tosatti
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