L'influenza dei social: incontro a Sassuolo con giovani sportivi e Serena Mazzini
Al Teatro Carani, oltre 400 studenti hanno discusso l'impatto dei social con atleti e l'autrice Serena Mazzini.

Il progetto ’Generazione S’ ieri al teatro Carani di Sassuolo
Un mondo giovane nel quale anche i giovani cercano una bussola: comunicazione e reti sociali sono state al centro di un incontro, intitolato ’Il nuovo mondo della comunicazione: l’influenza dei social nel lavoro, nello sport e nella vita quotidiana’, che il Sassuolo calcio ha organizzato ieri mattina al Teatro Carani, con il patrocinio dal Comune di Sassuolo, nell’ambito del progetto Generazione S, e che ha coinvolto oltre 400 studenti degli istituti superiori Formiggini, Volta, Morante e Baggi.
Particolarmente rilevante l’approfondimento che ha visto confrontarsi tra loro, e con gli studenti, il navigatore Ambrogio Beccaria (potete leggere la sua intervista nelle pagine nazionali del Qs), il difensore neroverde Filippo Romagna e la centrocampista della squadra femminile Martina Brustia. 33 anni il primo, 28 e 27, ancora da compiere, Romagna e Brustia: giovani miti dello sport agli occhi dei ragazzi, eppure tutti immersi nel medesimo sistema comunicativo, quello in cui si trovano follower e hater. Situazioni alle quali dover guardare, se possibile, senza farsi manipolare.
In questo senso, l’esperienza di chi ha la luce dei riflettori puntata può servire: "Come atleti siamo molto esposti dal punto di vista mediatico – ha spiegato Romagna – e questo è positivo, però c’è anche l’altro lato della medaglia, gli hater appunto. Non fa piacere averli, perché a tutto c’è un limite: quando ero più giovane, certi commenti li soffrivo di più". Poi ci ha fatto il callo, così come alle pagelle dei giornalisti, come a scuola, "perché se prendi un voto negativo, probabilmente te lo meriti".
Sullo stesso solco, Brustia: "Mi capita talvolta di leggere i commenti a margine di articoli o immagini sul calcio femminile; "dove siamo finiti", "tornate in cucina", le solite frasi sessiste. Mi fanno rabbia, ma sono abbastanza intelligente per rendermi conto che certe parole, in fondo, mostrano solo la pochezza di chi le scrive". I social hanno contribuito a dare maggiore visibilità tanto al calcio femminile quanto alla vela.
Beccaria, che ha gareggiato in classi dove qualsiasi comunicazione era vietata, sa anche cosa significa stare senza: "I social prendono energie, non necessariamente le migliori. Ma il potenziale è enorme: lo strumento in sé è geniale, ed è rischioso. Li critichiamo, ma non è che fuori, spesso, il mondo sia più accogliente". La chiave è capirne i meccanismi e dosarli: a questo è servito l’ultimo intervento, quello della scrittrice e divulgatrice Serena Mazzini, autrice del libro ’Il lato oscuro dei social network’.
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