Maldini volerà a Parigi: "Ho i Giochi nel mirino. Voglio dare il massimo"
Il carabiniere Federico Nilo ha cominciato nel poligono di via Agucchi "Salterò la cerimonia di apertura: il giorno dopo spariamo troppo presto".

Maldini volerà a Parigi: "Ho i Giochi nel mirino. Voglio dare il massimo"
Bologna, 13 luglio 2024 – Primi giochi olimpici per Federico Nilo Maldini. Il carabiniere, nato a Bologna il 28 marzo 2001, ha raccolto risultati importanti nella pistola ad aria compressa (distanza 10 metri). I Giochi sono il coronamento di un sogno. Anche se, Federico Nilo, per dirla tutta, Parigi la vedrà solo in cartolina. La sede delle gare di tiro a segno è stata situata a Chateauroux: 272 chilometri a sud della capitale francese. Per raggiungere Parigi, culla dei Giochi, Maldini dovrebbe salire in auto e prepararsi a un viaggio di almeno tre ore. Ma Parigi non sarà l’unica rinuncia alla quale Federico Nilo e i suoi compagni del tiro a segno dovranno adattarsi.
Federico, quando si parte?
"Direi 23 luglio. Quattro giorni più tardi la prima gara".
Chissà che emozione la cerimonia olimpica…
"Ecco…".
Dica.
"Io, come i miei compagni, non prenderò parte alla sfilata che aprirà i Giochi".
Perché?
"Nessuna discriminazione, è chiaro. E’ che il tiro a segno, storicamente, è una delle prime discipline che aprono le gare in occasione dei Giochi. La cerimonia c’è il 26. Il giorno dopo, alle 10, noi cominceremo a sparare. Non ci sono i tempi per la sfilata e per riposarsi prima della gara, purtroppo".
Rimpianti?
"Nemmeno tanti. In fondo, se ci penso, è quello che accade a tutti i miei colleghi. Quelli che praticano il mio sport".
E la cerimonia di chiusura?
"Nemmeno quella. I Giochi chiudono ad agosto. Noi il 29 luglio dovremmo aver finito tutto".
I suoi migliori risultati?
"L’oro in Coppa del Mondo a Rio de Janeiro nel 2023. L’Olimpic Championship sempre a Rio".
Il Brasile le porta fortuna.
"Sì, peccato non essere stato presente a quella edizione dei Giochi del 2016. Ma ero davvero troppo giovane. Magari facessero un’altra Olimpiade in Brasile".
Se le diciamo la parola medaglia?
"Rispondo che nessuno, qui da noi, parla di medaglie".
Perché?
"Un po’ per scaramanzia, sicuramente. Ma il fatto principale è che tutti abbiamo i piedi ben piantati per terra. Magari se arrivo in finale potrei avere il pensiero. So che non dipende solo da me. Ma anche dagli avversari".
In che senso?
"Che potrei anche realizzare il mio record personale. Ma potrebbe non bastare. Con me ci sono anche gli avversari. Dipende anche da loro".
Quante volta si allena?
"Almeno 4-5 volte la settimana".
E adesso?
"Sto prendendo parte a un raduno".
La sua società?
"Ho mosso i primi passi al Tiro a Segno Bologna. Adesso faccio parte, con orgoglio aggiungerei, del Gruppo Sportivo Carabinieri".
Dovesse raccontare il suo sport a una persona che non lo conosce?
"Gli direi che servono concentrazione e precisione. C’è un bersaglio. Il massimo è il 10".
Come un voto. E’ come tornare a scuola?
"Sì (ride, ndr). Bisogna ottenere tanti 10. Dobbiamo sparare 60 colpi in 75 minuti".
Punteggio massimo?
"E’ 600".
Il suo primato?
"Arrivo a 585. E’ un gioco a perdere perché nessuno ha mai fatto 600".
Carabiniere, diceva. Grado?
"Sono praticamente agli inizi".
Promozione in vista?
"L’anno prossimo diventerò carabiniere scelto per anzianità di servizio".
Dovesse vincere la medaglia?
"Forse promozione sul campo, risparmiando qualche mese".
Sempre fidanzato?
"Sempre con Carlotta".
Che lei allena.
"Allenare è una parola grossa. Le do una mano".
Però l’idea di allenare un giorno…
"Mi piace. Il mio, però, è uno sport longevo. Uno può arrivare a certi livelli ed essere competitivo anche a 60 anni".
Tifoso di calcio?
"Moderatamente".
Bologna?
"No, Lazio".
Lei è spesso a Roma per i raduni.
"E nella capitale essere laziale può diventare un problema".
Chi ci sarà a Chateauroux?
"Verranno papà Stefano e mamma Marilena che è molto fiera dei risultati che ho raggiunto. Anche perché fu lei a portarmi al poligono. Però…".
Dica.
"Verranno, ma non sono previste tribune. Vedremo come funzionerà".
Ci sarà anche Carlotta?
"Ci sarà anche lei".
Matrimonio in vista?
"Perché no, in fondo…".
Racconti.
"Per la carta olimpica avevo detto che avrei fatto la promessa ufficiale".
E in caso di medaglia?
"Appunto. Detto che la promessa resta, se arriva una medaglia andiamo di proposta di matrimonio".
Nei secoli fedele. Come uno dei celebri motti che accompagna, storicamente, l’arma dei carabinieri. Federico Nilo e la sua prima avventura olimpica.
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