Nell’oro di Martinenghi c’è un pezzo di Imola. Scozzoli e Cerasuolo: "Tete è un fenomeno"
I due ranisti sono amici, compagni di nazionale, ma anche rivali del neo campione olimpico: "E’ stato bravo a sfruttare gli errori dei big"

I due ranisti sono amici, compagni di nazionale, ma anche rivali del neo campione olimpico: "E’ stato bravo a sfruttare gli errori dei big"
Anche la rana imolese ha esultato e si è emozionata, domenica sera, di fronte all’impresa olimpica compiuta da Nicolò Martinenghi. Lo ha fatto il veterano Fabio Scozzoli, che fino a un anno fa (prima del ritiro) ha vissuto in vasca l’esplosione del ranista lombardo, lo ha fatto il più giovane Simone Cerasuolo, già fautore di mille battaglie con Tete e pronto a viverne altre in futuro. Rivali certo, ma anche compagni di nazionale e amici, pronti a festeggiare con Tete (come viene soprannominato) la vittoria più bella per uno sportivo. "È stata una gara molto emozionante e sono estremamente contento per lui perché si è dimostrato quell’agonista e campione che è – dice Fabio Scozzoli, ora vice tecnico all’Imolanuoto –. In una finale tiratissima in cui ci si poteva aspettare una vittoria del cinese Qin, è stata una lotta in cui lui ha avuto la freddezza e la capacità di mettere la mano avanti. Se me lo aspettavo? Diciamo che lo avrei messo tra i papabili, sapevo che per le medaglie Tete c’era. Cosa ci siamo detti dopo la vittoria? Ci siamo sentiti e gli ho mandato un messaggio ma è qualcosa di personale che tengo per me". Definirlo l’erede di Scozzoli ora pare quasi riduttivo persino per lo stesso forlivese. "Beh, lui è andato oltre a quello che ho fatto io. È un talento incredibile a cui aggiunge tanta passione e duro lavoro, e si vede. In questi anni ha raccolto un bottino di risultati che nessuno ha mai fatto nel nuoto italiano, penso nemmeno Magnini, Fioravanti o Rosolino. E ha solo 25 anni, con le giuste motivazioni può andare avanti".
Anche il più giovane Simone Cerasuolo (classe 2003 l’imolese, del 1999 Martinenghi) ha già condiviso svariate bracciate in acqua con Tete, e altre ne condividerà in futuro. "Sono molto felice per lui – dice –. È stato bravo a cogliere la disfatta di Qin e la gara non perfetta di Peaty. È il coronamento di una carriera perfetta e spero si goda questo momento. Gli ho fatto ovviamente i miei complimenti. Se mi aspettavo una sua vittoria? Sapevo che se qualcuno degli altri grandi non fosse stato al 100 per cento, Tete sarebbe stato pronto ad approfittarne e andare a prendersi l’oro. In parte me l’aspettavo e in parte ci speravo".
L’augurio per Cera è naturalmente quello di vivere in futuro la stessa esperienza olimpica, magari proprio al fianco di Tete. "Ci proveremo: ci sono quattro anni davanti per lavorarci sopra". Emozionato domenica sera anche Cesare Casella, tecnico dell’Imolanuoto ma anche tecnico federale al seguito della nazionale. "Ho subito scritto al suo tecnico Marco Pedoja per fargli i complimenti e appena vedrò Nicolò li farò anche a lui di persona – dice Casella –. È stato strepitoso e corona una carriera esagerata e non casuale perché Martinenghi è un atleta che c’è sempre, non è un caso sporadico. Inoltre ha delle capacità competitive nel riuscire a dare quel qualcosa in più. Personalmente il suo oro mi dà uno stimolo in più nel credere in quello che si sta facendo". Anche la rana imolese incorona Tete, re di Parigi 2024.
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