Pallamano, vince Merano. Macagi Cingoli battuta
La squadra di casa dà battaglia fino all’ultimo contro la quotata avversaria

Macagi Cingoli
25
Alperia Merano
31
MACAGI : Mihail, Albanesi, Tapuc, D’Agostino 1, Ciattaglia 3, Shehabeldin 4, Ottobri, Mangoni 1, Bordoni 1, Latini, Strappini 4, D’Benedetto 8, Rossetti, Compagnucci, Gigli, Codina Vivanco 3. All.: Palazzi.
ALPERIA MERANO: Colleluori, Fasanelli, Haj Frej, Fadanelli 9, Romei 3, Visentin 1, Gerstgrasser 1, Stricker 2, Wolf, Wierer 1, Raffeiner, Martini 2, Nunez, Milovic 3, Glisic 3, Cuello 6. All.: Prantner.
Arbitri: Fato e Guarini.
Lotta fino all’ultimo la Macagi Cingoli che a un minuto dalla fine è sotto solo di 3, ma l’Alperia Merano che sembra un po’ appagata, vince 25-31 vanificando la residua vitalità della Palazzi Band. Sconfitta dolorosa: la Macagi paga troppo duramente dover sempre inseguire l’Alperia che va come spinta da una marcia in più. E non avrebbe bisogno dei cosiddetti aiutini che un arbitraggio sembra elargire, specie nel primo tempo: Alperia più propositiva, scaltra in difesa, manovriera in velocità nel contesto di una specularietà ritmica che gli ospiti finalizzano più concretamente. Il 5-8 di metà fase non sembra uno scarto incolmabile per la Macagi che, assente Somogyi infortunato all’ultim’ora, dall’8-14 al 28’ aizza un botta-e-risposta solo parzialmente redditizio, tant’è che si va al riposo sul 10-17. Divario incolmabile? Pare di no: tra il 2’ e il 3’ della ripresa il parziale si contrae (13-17) però l’Alperia prende il largo, al 12’ è addirittura a +9 che diventa +6 al 16’, +5 tra il 17’e il 20’ ma al 19’ il "rosso" manda fuori Shehabeldin e, al 24’ esce dolorante al ginocchio destro capitan Strappini. La Macagi ci dà dentro, l’ex Colleluori in porta conferma appieno il suo valore, si va verso un epilogo che (22-28 al 26’) pare un congruo anticipo all’affermazione dell’Alperia. Invece, ecco la Macagi che, insidiosamente reattiva, dà una scrollata all’ipotesi di un verdetto scontato: 23-28 al 26’, 24-28 al 27’, addirittura 25-28 al 29’. Ma è impossibile il pieno recupero in 60 secondi.
Gianfilippo Centanni
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