Pattinaggio. "I nostri giovani costretti ad allenarsi per la strada»
Il club V Inline Speed Skating critica il Comune e Sacchi: "Chiediamo di utilizzare la pista di Collevario".

Le pattinatrici che si allenano in strada. Tutto ruota attorno alla convenzione con la società Skyroller Asd
Dura denuncia, in primis contro il Comune, dalla associazione V Inline Speed Skating di Macerata. La società di pattinaggio a rotelle di velocità, con amarezza e indignazione, critica l’inerzia dell’Amministrazione sulla gestione della pista di pattinaggio comunale di Collevario, un comportamento che sta avendo come conseguenza la "condanna" ad allenarsi per strada. "Nonostante mesi di richieste formali, incontri istituzionali e proposte di mediazione – si legge nella nota stampa – il comune e in particolare l’assessore dello sport Riccardo Sacchi ha scelto di non dare seguito alle intenzioni inizialmente dichiarate, ritirando la proposta di revisione della convenzione con la società Skyroller Asd, attuale concessionaria dell’impianto. Questo passo indietro è avvenuto senza alcuna reale motivazione". Nell’ultimo incontro con Sacchi l’avvocato della V Inline, Alessandro Peca, aveva sottolineato come l’attività sportiva sia un diritto di tutti e che "scegliere di costituire un’associazione sportiva e chiedere l’utilizzo di uno spazio pubblico è legittimo e doveroso". L’obiettivo non era quello di creare divisioni, ma trovare una soluzione equa per permettere ai giovani di praticare questo sport in condizioni dignitose e sicure. Giovani tra le quali la campionessa italiana 2024 Sofia Dottori. "Ad oggi i nostri ragazzi – continua la nota – sono costretti ad allenarsi per strada, tra le auto, in condizioni non solo inadatte, ma pericolose per la loro sicurezza. Nel frattempo, la società Skyroller Asd continua a comportarsi da proprietaria esclusiva di un bene pubblico, rifiutando qualsiasi forma di coesistenza sportiva. La nostra richiesta era semplice e ragionevole: poter accedere per poche ore a settimana all’impianto, senza ledere i diritti altrui, ma solo per offrire ai tesserati uno spazio sicuro in cui crescere, allenarsi e fare sport. È inaccettabile che in un Comune che dovrebbe promuovere l’inclusione sportiva, esistano atleti di serie A e di serie B".
Andrea Scoppa
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