Tarlazzi, l’ambasciatrice. "Inseguo un nuovo sogno. Portare la mia disciplina anche ai Giochi Olimpici»
Rebecca si è ritirata nel settembre 2023 dopo aver vinto 16 titoli mondiali. Adesso fa parte del consiglio della federazione italiana pattinaggio. "Sono stata un’atleta di un certo livello, cercherò di dare voce a tutti". .

Rebecca si è ritirata nel settembre 2023 dopo aver vinto 16 titoli mondiali. Adesso fa parte del consiglio della federazione italiana pattinaggio. "Sono stata un’atleta di un certo livello, cercherò di dare voce a tutti". .
La regina continua a vincere. Anche se si è ritirata dall’attività agonistica da più di un anno. La regina risponde al nome di Rebecca Tarlazzi, ma tutti la chiamano Rebby. Rebby ha 26 anni, 16 titoli mondiali nel suo palmares e, ora, è entrata a far parte del consiglio nazionale della federazione italiana pattinaggio. E’ stata la più votata, in quota atleti. Darà voce a quelli che, fino a un anno e mezzo fa, erano i suoi colleghi. Lotterà e si batterà fino alla fine – come faceva divinamente con i pattini a rotelle ai piedi – cercando di inseguire l’ultimo sogno. Portare il pattinaggio a rotelle nel programma olimpico. E, a quel punto, partecipare a un’edizione dei Giochi – l’unica competizione che le è mancata – con la qualifica di tecnico, sarebbe la soluzione migliore.
Rebby, cosa fa ora?
"La tifosa di Bologna e Virtus. E poi insegno".
Gare?
"Non ne ho più fatta una dai mondiali di Colombia, settembre 2023. Ho chiuso con il mondiale numero 16. Basta".
E adesso?
"Consigliere federale per gli atleti".
Quante preferenze ha ottenuto?
"Credo 770".
Il massimo?
"Sì, penso che sia andata così".
Cosa pensa di fare?
"Sono stata a lungo atleta, anche di un certo livello. Credo di conoscere certe situazioni e certe dinamiche. Cercherò di dare la voce agli atleti".
In che modo?
"Per cominciare cercando di garantire, a chi fa sport ad alto livello, almeno un riscontro economico".
Che non significa diventare ricchi.
"Non credo che con il pattinaggio si possa diventare ricchi. Almeno dal punto di vista economico. Ricchi di soddisfazioni e di orgoglio quello sì. Ma il punto è un altro".
Quale?
"Magari cercare di convincere anche i grandi gruppi militari e delle forze dell’ordine a ospitare, al loro interno, una sezione pattinaggio. In fondo potersi allenare e migliorare, con lo status da professionisti, potrebbe essere un principio".
Tarlazzi ambasciatrice del suo mondo.
"Ecco, sì. Mi piacerebbe proprio quello. Spero di riuscire ad aprire una porta o quantomeno una strada. Poi…".
Dica.
"L’idea di dare una mano al mio mondo mi piace. Chissà, magari un giorno assessore allo sport".
Che fa, vuol portare via il posto a Roberta Li Calzi?
"No, ci mancherebbe. Ripeto, sono idee e progetti a lungo termine. L’entusiasmo non mi manca. Ma voglio fare una corsa per gradi".
Diceva di aver scoperto una nuova inclinazione da tifosa.
"Esatto. Il mio ‘moroso’, Fabio, è portato al tifo. Spesso sono alla Segafredo Arena per la Virtus, o al Dall’Ara per il Bologna. Stavo studiando di andare a Lisbona per vedere l’ultima partita in Champions".
E invece?
"Sono andata sì a Lisbona. E grazie a un colpo di fortuna sono riuscita anche a vedere il pareggio dei rossoblù dal vivo".
Ha detto, una volta appesi i pattini al chiodo, di aver cominciato ad allenare.
"Sì, mi divido tra Padova, Modena e Casalecchio. A Modena c’è la Tm Roller Academy di mia madre Annalisa e mio padre Stefano".
C’è già una Rebecca in giro?
"Non lo so, per ora mi concentro con i bambini. Adoro il loro entusiasmo e la loro innocenza. Ma…".
Ma?
"Ho ricominciato da capo. Sono stata un’atleta di grande livello, ho vinto, ho, o avevo talento. E ho lavorato tanto. Ma ora riparto da zero. Devo capire tante cose. Devo comprendere bene come si allena. Per ora ci sono l’entusiasmo e le mie conoscenze. Dovrò migliorare con l’esperienza".
Le mancano solo i Giochi.
"Già, spero che con il tempo il pattinaggio artistico rompa questo tabù".
Anche lei ai Giochi.
"Magari, ma da tecnico".
E da atleta?
"No. Ho fatto una scelta precisa. Ho smesso nel 2023. Ho smesso vincendo, ho smesso, di fatto, da imbattuta. Vincere sempre è stato bello, ma diventava anche una condanna. Uno stress. Ho fatto il record. Sono contenta. Ma ora ho cambiato. E sono felice di quello che ho fatto. E curiosa di sapere cosa farà. Anzi…".
Dica.
"Una cosa la so. Ho 26 anni, vivo a Granarolo con mamma e papà. Ma ormai sono grande. Vorrei diventare più indipendente. Uscendo di casa".
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