Tremila di corsa all’alba: la festa conquista tutti

L’assessora allo sport Li Calzi entusiasta: "Esperienza da ripetere ancora". Prodi il più richiesto: tantissimi runner chiedono il selfie al professore.

di ALESSANDRO GALLO -
10 giugno 2023

di Alessandro Gallo

Sempre uguale – il via alle 5,30, tracciato della stessa lunghezza – eppure così diversa e coinvolgente. C’è poco da fare, il format importato a Bologna da Ginger ssd (Sabrina Severi e Sergio Bezzanti) e subito adottato dall’Uisp è vincente.

Bologna si sveglia prima del solito: le strade sono ancora deserte, la luna è lassù in alto, ma c’è qualcosa di differente e magico lungo le strade. Sembra quasi che ci sia un pifferaio che, con la sua musica ipnotica, inviti tutti (i runner) a raggiungere Piazza Maggiore.

E sul Crescentone, quando sono passate da poco le 5, ci sono migliaia di persone. Alla fine saranno almeno tremila, che si mettono in fila, all’incrocio tra via Ugo Bassi e via Indipendenza, in attesa dello start.

Magliette blu con scritte bianche e rosse: "You have a dream". E il sogno di tutti è quello di arrivare al traguardo, felici e sorridenti, in attesa di gustare le ciliegie. Ci sono tanti gruppi, c’è anche la voglia di sprintare nonostante sia una non competitiva. Il più lesto, al traguardo, nel tempo di 18’ 55’’ è Paolo Zema, 32 anni, dipendente di Cisalfa.

A sbandierare e salutare uno per uno i partecipanti, come tradizione, c’è Sergio Bezzanti, con le sue bandiere. Sergio che portò questa corsa a Bologna nel 2011, adesso vive a Londra.

"Il prossimo anno vorremmo ripetere un’esperienza internazionale – dice –. La Run 5.30 potrebbe sbarcare a Brighton, Bristol e Nottingham".

Il sogno più grande è tornare a New York. "Ci siamo già stati – rivendica con orgoglio – e l’idea era piaciuta così tanto che ci aveva persino adottato la maratona di New York. Avrebbero voluto coinvolgerci nell’edizione successiva. Ma era il 2019: il Covid ha cambiato tutto e adesso dobbiamo ripartire".

Chi ha voglia di ripartire è l’assessora allo sport Roberta Li Calzi. "Bellissimo svegliarsi e cominciare a correre. Una prova così non la togliamo più".

Tra i fedelissimi c’è Romano Prodi (con il figlio Giorgio). L’affetto per il professore è tangibile all’arrivo. Viene ’circondato’: tanti gli chiedono un selfie. Il prof sta al gioco e si presta per le foto ricordo.

"Bologna a quest’ora è bellissima – sottolinea Prodi –. In realtà è bella a qualsiasi orario. Pe fare questa corsa, però, ci vuole un pizzico di follia".

Sorride Prodi e sorride, poco distante, Roberto Morgantini, il papà delle Cucine Popolari.

"Avevo già affrontato la Run 5.30. Ma viverla dall’interno dà ancora maggiori soddisfazioni".

C’è chi sprinta e chi se la prende comoda. E’ la festa di tutti, come sottolinea Donatella Draghetti, il dirigente Uisp che, per primo, qualche anno fa, scommise sulla funzionalità di questa corsa.

C’è Marcello Ciurlo che ha un duplice ruolo: il principale è quello di tracciatore del percorso. Quello secondario, ma non meno importante, è promotore del servizio ’scopa’. Marcello chiude la corsa e controlla che cartacce, bottiglie ed eventuali bicchieri non siano sparsi per strada. La Run 5.30 è una corsa gentile: prende possesso della città per quasi un’ora, poi la restituisce ai cittadini, così come l’ha trovata.

Tanti gruppi di amici sul percorso, con la voglia, appunto, di lasciarsi alle spalle il periodo Covid. Anche se la Run 5.30, seppur in modo ’carbonaro’, ha fatto capolino per Bologna (con mascherine e distanziamenti d’obbligo) anche quando i divieti erano pesanti.

Si ride e si scherza e si trovano i ’vecchi’ amici della Run 5.30: Roberto Diolaiti e Alfeo Brognara, Cinzia Ceccolini, Stefano Dall’Ara, Claudio Passuti (ad di Robin Tour Gattinoni). C’è Nicola Fornasari, l’organizzatore di StraBologna, che già pensa al 29 ottobre. E ancora Marco Tarozzi, Elisa Berti, Daniele Menarini, la cussina ed ex staffettista Roberta Stagni. E, via via, Marco Briolini, Maurizio Bonfiglioli, Claudia Politi, Stefano Budriesi, Nicoletta Magnoni, Marco Zironi, Sandra Tassinari, Mirco Baroncini e Marco Parazza, il serpentone è infinito.

Sudati e felici. E adesso? La domanda che circola alle 6,45: "Una bella doccia ristoratrice e al lavoro in allegria". Chi l’ha fatto, giura che funzioni.

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