Una giudice a Parigi. Aliprandi alle Olimpiadi
Ha ottenuto la qualifica per valutare le gare di ginnastica ritmica "Dopo le polemiche, il nostro sport adesso ha bisogno di tranquillità".
C’è già chi è certa - carte alla mano - di essere, la prossima estate, a Parigi alle Olimpiadi 2024. Non come atleta e nemmeno come allenatore. Elena Aliprandi sarà alle Olimpiadi in qualità di Giudice Superiore per le gare, sia quella individuale che di squadra, di ginnastica ritmica. La Aliprandi in questo momento è uno dei profili di massimo livello in Italia, e non solo, per quanto riguarda una disciplina che proprio ai Giochi ma anche a Mondiali ed Europei ha regalato alla nazione grandi soddisfazioni e grandi allori. Attualmente in Italia è l’unica giudice di primo livello e in possesso di entrambi i brevetti (uno di squadra e uno individuale). L’iter per ottenerli (e mantenerli) è infinito. È anche vicepresidente del Comitato Tecnico dell’Unione Europea, è responsabile tecnico della squadra Nazionale individualiste e responsabile tecnico della San Giorgio ‘79 Desio. E per lei non è la prima Olimpiade...
A Rio de Janeiro era al seguito dell’individualista italiana Veronica Bertolini.
Quanto sarà diverso a Parigi, specie a livello di emozioni? "Sicuramente sarà un’Olimpiade con sensazioni differenti: intanto sono onorata di questa convocazione e il senso di responsabilità non manca. Sicuramente è più facile prepararsi e soprattutto “l’esito del mio punteggio” è responsabilità esclusivamente mia... quando invece sei lì e prepari una ginnasta ed entra in pedana non sai mai cosa potrà succedere perché non sei tu in prima persona la protagonista".
Dopo le tante polemiche, spesso esagerate, qual è lo stato di salute della ritmica italiana a pochi mesi dai Giochi?
"Il caos venutosi a creare ha dato uno scossone all’ambiente non certo positivo... ma preferisco non parlarne. Il nostro è uno sport che ha tanto di bello e occorre riportare un pizzico di tranquillità".
Lei è una profonda conoscitrice di questo sport e delle “cose italiane”. Ci sono tante frecce nel nostro arco, speranze di medaglia?
"Vedremo, non mi voglio sbilanciare in questo momento. Sono giudice e penso che questo ruolo impegnativo sia complementare al mio incarico principale di allenatore perché ti aiuta ad analizzare la competizione, anche delle proprie ginnaste, con un occhio più obiettivo".
A proposito, come vanno le cose a Desio? A febbraio riparte il campionato, cosa c’è da aspettarsi?
"In San Giorgio si va avanti a lavorare e dopo due anni non proprio fortunati, non lo dico a voce troppo alta, sono contenta di come sono cresciute le ragazze e stanno crescendo le giovani. Spero di poter far parlare di noi nel 2024...".
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