Unipol, storia vincente. Betto accetta la sfida: "Sono il nuovo manager, ma senza rivoluzioni»

Fabio ha preso il posto di Frignani: "Con Lele continuiamo a collaborare. Cambierò qualcosa, negli anni però abbiamo condiviso idee e progetti. Spaventato dalla parola scudetto? No, è nel Dna di questa società".

di ALESSANDRO GALLO
24 febbraio 2025
Fabio ha preso il posto di Frignani: "Con Lele continuiamo a collaborare. Cambierò qualcosa, negli anni però abbiamo condiviso idee e progetti. Spaventato dalla parola scudetto? No, è nel Dna di questa società".

Fabio ha preso il posto di Frignani: "Con Lele continuiamo a collaborare. Cambierò qualcosa, negli anni però abbiamo condiviso idee e progetti. Spaventato dalla parola scudetto? No, è nel Dna di questa società".

Cambiano gli attori, protagonisti o meno, la Fortitudo resta. E’ quello che si respira a Casteldebole, in via Bottonelli, dove si trova il centro giovanile Umberto Calzolari. Primo giorno di ‘scuola’ per la nuova Unipol: l’impianto resta un gioiellino anche se, dopo l’alluvione di ottobre, c’è ancora tanto da fare per riportare l’impianto all’antico splendore. La Fortitudo Baseball è profondamente radicata sul territorio e, come tradizione, riparte da lì. Dal gruppo degli italiani – gli stranieri arriveranno più avanti – e da uno staff tecnico che è sempre uguale. Anche se è completamente cambiato. Sembra un gioco di parole? No, è solo che Lele Frignani da manager è diventato direttore sportivo. E Fabio Betto, che era il suo braccio destro, nonché allenatore dei lanciatori, è diventato il manager. Sarà lui a prendere le decisioni. Ma non ci sarà nulla di rivoluzionario rispetto al passato. Lele e Fabio vedono il baseball in un certo modo. Sono stati compagni di squadra prima, tecnici insieme poi. La Fortitudo proseguirà nel solco della tradizione, cambiando qualcosa. Ma senza rivoluzioni. Parola di Betto.

Fabio, buongiorno.

"Buongiorno. La nuova Fortitudo è questa".

Ci sono gli italiani, c’è lei. E’ rimasto Frignani.

"Sono il nuovo skipper. Cambierà qualcosa, ma non ci saranno rivoluzioni epocali. Anche perché questa società e questo gruppo – del quale faccio parte da tanto tempo – hanno una tradizione vincente. Sarebbe assurdo voler cambiare tutto. Anche perché…".

Anche perché?

"Dal 2016 ho affiancato Lele Frignani. Ci sono sempre state idee condivise. Ma piccole variazioni ci saranno".

Per esempio?

"Più ricorso alla tecnologia Qualche altro cambiamento anche nella gestione della settimana".

Lei era il pitching coach. Chi prenderà il suo posto?

"Abbiamo cominciato a lavorare da metà gennaio, anche se il raduno è stato fatto solo ora. Mi ha dato una mano Alex Bassani".

Che è uno dei lanciatori.

"E ce ne sarà un altro che si sdoppierà".

Chi?

"Raul Rivero. E’ sempre rimasto legato a Bologna e alla Fortitudo. Un altro anno come lanciatore straniero. E, nello stesso tempo, comincerà a guardare il futuro. Stiamo pianificando".

Parma e San Marino su un gradino più alto?

"Si sono mosse sul mercato come tutti gli anni. Restano le favorite".

E la Fortitudo?

"Siamo lì, come sempre".

La parola scudetto?

"In che senso?".

La spaventa?

"No, non mi spaventa. Per il semplice fatto che per il momento le priorità sono altre. Sono concentrato sul primo lancio della prima partita della stagione. Il resto lo vedremo".

Si torna alle partite sulla distanza dei nove inning.

"Cambierà qualcosa dal punto di vista tecnico. Il gioco si dilata".

Avrà nel suo staff Infante e Fuzzi. Ma forse meno Liverziani.

"Claudio ha problemi di lavoro. Ma resta un esempio, un modo di approcciare i lanci. Fa parte di F Lab. E una mano alla fine ce la darà sempre".

Lei avrà più pressione, ora.

"Perché?".

Perché, come dice lei, lo skipper ora è lei.

"Sinceramente non penso di avere più pressioni. Per un motivo semplice".

Quale?

"Per quello che dicevo prima. Mi sono sempre sentito parte integrante della squadra formata da Lele. E mi sentivo partecipe e responsabile. Dei successi come delle sconfitte. La pressione me la mettevo anche prima. Non credo che adesso cambierà molto. Anche perché Frignani è sempre con noi. Come dimostra questo primo allenamento".

Squadra che vince – o che ci arriva vicino – non si cambia. Forse ci saranno meno risorse (economiche) per l’immediato futuro. Ma la Fortitudo non si è mai lasciata spaventare da tutto questo. Dove non arrivano i soldi - perché magari non sono sufficienti - ci saranno le idee. E il carattere di un gruppo che ha consentito alla Fortitudo di diventare, nel terzo millennio, la squadra più vincente e continua delle Due Torri. Un aspetto da non sottovalutare.

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