Vaglio, rinascita e futuro. "Quattro anni durissimi: riabbraccio l’UnipolSai. E sogno i Giochi del 2028»

Terminata la squalifica del seconda base trovato positivo allo stanozololo "Ma io non ho mai assunto niente, così posso rientrare a testa alta. Ero il capitano, ora sono un soldato a disposizione di Frignani e dei compagni".

di ALESSANDRO GALLO -
5 agosto 2024

E’ una giornata speciale per la Fortitudo e in particolare per Alessandro Vaglio. Vaglio, che ha 35 anni, nel 2020 giocava a baseball. Era il capitano della Fortitudo, che da lì a qualche mese avrebbe vinto lo scudetto, e capitano della Nazionale. Il 7 agosto 2020 viene fermato in via cautelare dal tribunale antidoping: perché trovato positivo ai metaboliti dello stanozololo in occasione di un controllo alla vigilia del confronto del 14 luglio con Macerata. Inizia la battaglia di Ale: analisi, controanalisi. Positività confermata, anche se Vaglio porta come prove a favore il test del capello e del pelo pubico.

"Scade la squalifica, finalmente".

E si potrà allenare coi compagni.

"No, questo è un aspetto che mi era già stato concesso. Due mesi prima della fine della squalifica".

Vaglio, se guarda indietro cosa vede?

"Un percorso lungo e doloroso".

Perché lei non ha mai smesso di professare la sua innocenza.

"Non ho mai preso nulla: ho una parola sola. Non sono riuscito a provare la mia estraneità o quella che viene chiamata non intenzionalità. In quel caso la squalifica sarebbe stata dimezzata".

L’avevamo lasciata capitano della Fortitudo e della Nazionale. E oggi?

"Sono un soldato semplice. Il capitano della Fortitudo è Dobboletta. E in questi anni ’Dobbo’ ha fatto davvero un buon lavoro".

La Fortitudo è sempre stata al suo fianco.

"La società non mi ha hai abbandonato. Mi sono sempre sentito parte della famiglia".

C’è San Marino alle porte.

"Mi sono allenato duramente".

E ha voglia di giocare.

"Quello sì. Ma non chiedo nulla. Anche perché è un momento delicato della stagione. Torno e mi metto a disposizione".

Sono le parole di un capitano vero che mette il gruppo davanti all’io.

"Sono un soldato".

Quattro anni fa…

"E’ crollato il mondo. Mi sono trovato senza baseball. Senza lavoro".

Ma il lavoro è arrivato.

"Devo ringraziare il signor Landuzzi. Per tutti è Bidi, anche lui è stato capitanob della Fortitudo. Mi ha preso a lavorare con lui".

Professione?

"Tecnico delle caldaie".

Con questo temperature...

"Faccio anche un po’ l’idraulico. Devo solo ringraziare Landuzzi, mi ha salvato".

San Marino?

"Avversario durissimo, che si è anche potenziato. Ma noi siamo la Fortitudo. Non molliamo mai".

Il suo sogno?

"Giocare le Olimpiadi. Non le ho mai fatte perché ero troppo giovane, perché non c’era il baseball nel programma dei Giochi o perché non ci siamo qualificati. Los Angeles 2028 è un sogno per me".

Meglio vincere lo scudetto con un doppio gioco difensivo o un fuoricampo?

"Con doppi giochi ho già vinto. Farlo con un fuoricampo sarebbe bellissimo".

Ha 35 anni, 4 di stop. Che età si sente?

"Non più di 25".

Chi le è stato vicino?

"Oltre a Landuzzi, tutta la Fortitudo. Cesare Rutili e gli Old Lions di Viterbo, dove sono cresciuto. Alberto Massini, il mio primo allenatore. E Liverziani".

Claudio, anche lui venne squalificato.

"Mi ha tenuto lì con la testa. E mi sta aiutando tanto ora. Quando potrei rientrare. Poi…".

Dica.

"Il primo nome è quello di mia moglie Deborah. Mi è stata vicino, mi ha aiutato. Mi ha permesso di tenermi in forma, perché ha fatto pure da preparatrice atletica".

Avete figli?

"Spero presto".

C’è gente che non perdona o non capisce: teme di essere indicato come ’il dopato’?

"L’ho messo in preventivo. Ci sta. Ma io vado avanti a testa alta. Non ho fatto nulla".

Il suo doping è solo la gabbia…

"Vero (ride, ndr). Ai tempi del Covid, prima della squalifica, abitavo con Pippo Agretti. Non si poteva giocare, ma avevamo spazio. Costruimmo una gabbia per allenarci. Gabbia e allenamenti. Il mio unico vero doping. E…".

Dica.

"Ho un ultimo ringraziamento. Un amico che mi aveva promesso che per quattro anni, per tutta la durata della squalifica, mi avrebbe mandato un messaggio al giorno per non arrendermi".

Quindi?

"E’ stato di parola".

Un amico che che ha sempre creduto nella sua innocenza e buona fede. Adesso tocca a lei, capitan Vaglio. Anzi, soldato Vaglio.

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