Addio a Leandro Ergelini, colonna storica della Pallacanestro Reggiana
Scomparso a 84 anni, Ergelini ha dedicato la vita al minibasket e alla Scuola Basket biancorossa, formando giovani talenti.

Leo Ergelini ha giocato nella. Siloplast Novellara alla fine degli anni Sessanta (in alto)
La famiglia della Pallacanestro Reggiana perde un’altra delle sue storiche colonne portanti. E’ scomparso ieri Leandro Ergelini, per tutti Leo. 84 anni, in seno alla società biancorossa ha ricoperto, in cinque decenni, un po’ tutti i ruoli, compreso quello di capoallenatore della prima squadra, dopo diversi anni da vice, alla fine della stagione 1986/1987. Tuttavia la maggior parte della sua attività è stata dedicata ai bambini del minibasket. A lui si deve la nascita della amata Scuola Basket biancorossa, alla quale si è dedicato attivamente insieme alla moglie Anna Covezzi. Sotto l’egida di Ergelini hanno fatto i primi tiri centinaia di bimbi reggiani e alcuni di loro sono diventati giocatori di primissimo ordine: a partire da Niccolò Melli e Federico Mussini. Con lui hanno iniziato la carriera di allenatori, fra gli altri, Devis Cagnardi e Marco Rossetti, attuale tecnico dell’Under 19 e collaboratore di Dimitris Priftis all’Unahotels.
Cultore dello sport in generale, prima di dedicarsi alla pallacanestro, ne "La Torre", fu uno dei primi adolescenti reggiani a cimentarsi con il baseball. "Papà era prima di tutto una persona limpida – ricorda il figlio Enrico – all’apparenza burbero ma in realtà profondamente empatico una volta che conosceva le persone. Il basket era pane quotidiano anche in casa, ma ha sempre avuto tante altre passioni. Gli piaceva coltivare piante da frutto e ha avuto anche un vigneto. Inoltre era un accanito lettore di libri di fantascienza della nota collana ’Urania’. Li possedeva quasi tutti".
"Dei miei 24 anni passati in società insieme a Leo – è la testimonianza di Alessandro Dalla Salda, ex amministratore delegato della Pallacanestro Reggiana oggi a Napoli – ho ricordi bellissimi. Per il tipo di persona che era e per il grandissimo amore che ha avuto per la pallacanestro. Credeva tantissimo nell’avviamento dei giovani al basket e con la moglie è stato un punto di riferimento fondamentale per tanti piccoli cestisti. Insegnava i fondamentali tecnici, certo, ma voleva che i bimbi imparassero soprattutto il rispetto per gli altri e l’educazione. Per lui la Pallacanestro Reggiana era più di un luogo di lavoro. Mi diceva sempre che ogni settimana giocava al Superenalotto perché, se avesse vinto una bella cifra, l’avrebbe girata proprio alla società, affinchè fosse grande in eterno".
"E’ stato il cuore pulsante del minibasket biancorosso – racconta Paola Pifferetti, collaboratrice di Ergelini nella Scuola Basket e mamma di Federico Mussini – per tanti anni è stato presente ogni giorno in palestra. Coi bambini era molto paterno e aiutava in particolare quelli in difficoltà con la tecnica. Inoltre teneva molto al fatto che, nella Scuola Basket, venissero accolti tutti i bimbi. Voleva si divertissero, per la selezione dei talenti ci sarebbe stato tempo".
Numerosissimi i messaggi di cordoglio arrivati sui canali social della Pallacanestro Reggiana. Le esequie di Leo, che oltre alla consorte Anna, con cui ha vissuto insieme quasi 60 anni, lascia i figli Enrica, Luigi ed Enrico, si svolgeranno lunedì alle 15 al cimitero di Rubiera dove sarà allestita la camera ardente.
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