Elio: "Uno spettacolo che diverte anche i bimbi"
L’artista stasera e domani in replica al Teatro Valli con "Quando un musicista ride" con le canzoni di Gaber, Fo, Cochi e Renato

Elio, pseudonimo di Stefano Belisari (Milano, 30 luglio 1961), è comico, cantautore, musicista e attore
Di nuovo in scena stasera alle 20.30 e domani alle 15.30, al Valli, Elio presenta lo spettacolo "Quando un musicista ride". Accompagnato da una band che suona dal vivo - con la regia e la drammaturgia di Giorgio Gallione - ripercorre una felice stagione teatrale, sempre in bilico tra leggerezza e impegno, condita da un’ironia e una follia tipicamente milanese.
Elio, com’è nato questo progetto?
"Qualche tempo fa Giorgio Gallione mi chiamò per un suo spettacolo: ’Il grigio’ di Giorgio Gaber e Sandro Luporini. Un lavoro impegnativo, che affronta la crisi maschile di mezza età, con un’imponente parte recitativa che sostenevo da solo e qualche intermezzo musicale. Fu un vero successo, con innumerevoli repliche. Decisi allora di chiedere una sorta di compenso a Gallione, proponendogli uno spettacolo su Enzo Jannacci: che io amavo da quando ero piccolo e che conoscevo. Mio padre, tra l’altro, era in classe con Enzo. Nacque così ’Ci vuole orecchio’, uno spettacolo che in tre anni ha riempito i teatri di tutta Italia. Abbiamo quindi deciso di proporre una seconda puntata, il cui titolo ancora una volta è tratto da una canzone di Janacci, allargando il campo ad altri artisti che nella Milano di quegli anni hanno saputo dare vita a una esperienza unica, originale e brillante: Giorgio Gaber, I Gufi, Dario Fo, Cochi e Renato".
E il pubblico apprezza.
"Tantissimo. E si diverte. Tra l’altro è un pubblico di tutte le età. Ci sono tanti bambini, che sono gli spettatori che più amo. La cosa più bella è che tutti reagiscono allo spettacolo come se si trovassero davanti a qualcosa di nuovo. È un piacere sentire le risate che arrivano dalla sala".
Nella sua poliedrica vita artistica, che posto ha il Teatro?
"Un ruolo decisamente importante. L’ho scoperto 25 anni fa, chiamato dal regista Lorenzo Mariani per l’Opera da tre soldi di Bertolt Brecht. Un’esperienza straordinaria. Poi diretto da Lina Wermüller, insieme a Giuliana De Sio, ho recitato in ’Storia d’amore e d’anarchia’. Il teatro è un luogo bellissimo, dove si gode di un’acustica perfetta e senti l’emozione del pubblico in risposta a quello che stai facendo. Non esiste altro luogo che ti permetta di vivere tutto questo. Poi legata alla parola teatro c’è una cosa che mi piace molto".
Dica.
"Quando si dice che qualcosa è "all’italiana" solitamente s’intende che non è esattamente come dovrebbe essere, che non è perfettamente onesta o corretta. Ma se si parla di Teatro all’italiana, allora sì che s’intende una grandissima tradizione che abbiamo esportato nel mondo".
Continua a leggere tutte le notizie di sport su