Fainke, dal Mali alla conquista di Reggio : "Non potevo fallire questa occasione"

Elhadji, 20 anni domani, a Treviso ha segnato il suo primo canestro in Serie A. "È stato un vortice di emozioni"

di GABRIELE GALLO
11 febbraio 2025
Elhadji, 20 anni domani, a Treviso ha segnato il suo primo canestro in Serie A. "È stato un vortice di emozioni"

Elhadji, 20 anni domani, a Treviso ha segnato il suo primo canestro in Serie A. "È stato un vortice di emozioni"

Finora, come spesso capita ai giovani virgulti, era rimasto nell’ombra del gruppo Unahotels. Giocando un paio di scampoli di partite nel cosiddetto "garbage time", ovvero quando le due squadre, a risultato acquisito, attendono solo la sirena finale. Domenica a Treviso invece Elhadji Fainke, giovane originario del Mali, ma italiano per formazione cestistica, rilevato dalla Pallacanestro Reggiana l’estate scorsa, è entrato in campo nel pieno del match, col settore lunghi in emergenza causa Faried out per la botta al viso e Faye gravato di falli. E il centro si è disimpegnato egregiamente: realizzando anche il suo primo canestro in Serie A.

Fainke, ci racconti le emozioni provate al PalaVerde.

"Quando il coach mi ha detto di entrare ho pensato: questa opportunità la devi sfruttare, non ricapiterà due volte, e ho cercato di fare del mio meglio. Il resto è stato un vortice di emozioni dove ho solo pensato a rimanere concentrato e fare le cose giuste per la squadra".

Quando l’abbiamo vista sulla sedia dei cambi, non le nascondiamo che eravamo un po’ sorpresi dalla scelta di Priftis.

"Data la situazione, con Faried fuori per l’infortunio e Momo carico di falli, nell’intervallo Fucà mi ha detto di stare pronto perchè poteva esserci bisogno di me. Chiaro che ho avvertito una forte emozione, ma ho cercato di rimanere concentrato nel caso fossi davvero dovuto entrare".

Lo ha fatto. E se l’è cavata bene.

"In questi sei mesi a Reggio ancora non avevo avuto l’opportunità di scendere in campo con la partita ancora in equilibrio, ma sono sempre rimasto concentrato e mi sono allenato forte. Soprattutto, ho percepito molta fiducia da parte dello staff e dei compagni, che mi hanno spronato a migliorare, mi correggono quando sbaglio e mi danno sempre il buon esempio".

E adesso le toccherà pagare il consueto pegno quando si segna il primo canestro in serie A. Paste o pizza?

"In Pallacanestro Reggiana c’è la tradizione delle pizze, quindi le porterò presto".

Lei però non è arrivato qui da novizio assoluto. Quando ha cominciato a giocare a basket?

"Abbastanza tardi, verso i 14 anni. Prima giocavo a calcio, poi ho iniziato a diventare sempre più alto allora i miei genitori e mia zia mi hanno spronato a provare il basket. A me già piaceva guardarla la pallacanestro, quindi ho deciso di cominciare a giocarci. Una volta uscito dal Mali le prime vere esperienze cestistiche sono state in Serbia (a notarlo è stato infatti un talent-scout di quella nazione, ndr) dove mi sono allenato alcuni mesi. Poi sono approdato alla Fulgor Fidenza dove sono rimasto tre anni prima di fare il quarto anno giovanile alla Vuelle Pesaro; lì ho completato il processo di formazione italiana giocando in Under 19 e aiutando la prima squadra in allenamento".

Negli spogliatoi di Treviso i compagni di squadra, domenica, l’hanno festeggiata con il coro "Pogba! Pogba!", in omaggio al noto calciatore, a lungo alla Juventus. E’ il suo soprannome?

"In effetti sì, per via della somiglianza, che quando sono arrivato a Fidenza era ancora più marcata di adesso. Da lì hanno iniziato tutti a chiamarmi Pogba; così adesso anch’io, quando mi presento alle persone dico direttamente: ’piacere, Pogba’".

Qui a Reggio è da solo?

"Sì, in Mali vive ancora tutta la mia famiglia, in particolare i miei genitori e mia sorella, che ha quasi 14 anni. Sono due anni che non torno a casa, per fortuna ogni tanto mia mamma viene in Europa e riesce a passare a trovarmi. L’ultima volta un paio di mesi fa".

Quali sono i suoi obiettivi per questa stagione?

"Migliorare, soprattutto dal punto di vista individuale. Ogni giorno lavoro con tutto lo staff per correggere i miei difetti e progredire nella conoscenza del gioco. Devo dire che mi trasmettono quotidianamente la fiducia che sentono per me, da tutti ricevo giusti insegnamenti. E continuerò nei prossimi mesi a metterli in pratica".

Continua a leggere tutte le notizie di sport su