Finale playoff: Rimini sfida Cantù per un posto in Serie A
Rimini e Cantù si affrontano nella finale playoff per la promozione in Serie A. Strategia e determinazione saranno decisive.

Coach Sandro Dell’Agnello
di Loriano ZannoniParte oggi, il treno per la A. Alle 20.15 suona la prima campana, la chiamata di inizio corsa per Rimini e Cantù. Fuori tutto, parla il campo. Parlano, o sarebbe meglio dire giocano, Robinson e McGee, Basile e Johnson, Tomassini e Moraschini. Ma anche Camara e Hogue, Piccoli e Anumba, Marini e Valentini. E tutti gli altri, per arrivare a dieci giocatori di rotazione per squadra. Con Dell’Agnello e Brienza a dirigere, a disegnare strategie che possono cambiare in qualche dettaglio di partita in partita, o anche nel corso dei 40’ del singolo match. Tra nove giorni, al massimo, sapremo chi andrà in A. Chi farà partire la festa e chi dovrà sedersi sulla panca per riflettere, prima di progettare una nuova stagione di A2.
"È una finale, ma il meccanismo è lo stesso di un’altra serie playoff, il dentro o fuori – dice Sandro Dell’Agnello –. Con Brindisi, nei quarti, e con Forlì, in semifinale, è stato uguale. È chiaro che però qua c’è in palio la Serie A, lo sappiamo. Ne siamo consapevoli". La squadra ha osservato due giorni di riposo dopo gara4 a Forlì di domenica scorsa e, da mercoledì, ha cominciato a preparare nel dettaglio la finale con Cantù. Tutti a disposizione, da una parte e dall’altra. "Cantù è una squadra con 12 giocatori che possono tenere il campo e qualcuno spesso va in tribuna – prosegue il capoallenatore di RivieraBanca –. Il loro livello di pallacanestro è alto, così come è ottimo lo staff tecnico. Sono considerati favoriti da tutti fin dalla preseason, ma con tutto il rispetto noi non ci sentiamo inferiori". Lo stesso concetto che Dell’Agnello ha voluto ribadire nel postpartita di gara4 con Forlì ed è frutto di una regular season da 26 vittorie in 38 partite. Due successi in più di Cantù, che però è sul 2-0 negli scontri diretti.
Al di là dei numeri, è una sfida tra la fantasia biancorossa e la fisicità canturina. "Fisicamente hanno qualcosa in più, è vero. Diciamo che, quando ci verranno a cercare, dovremo essere bravi a non farci prendere. In buona sostanza, non essere statici e cercare di non tenere la palla ferma. Le scelte della nostra difesa? Le regole base rimangono sempre le stelle, ma ad esempio in nove gare di playoff c’è stato qualcosa di diverso in ogni partita. Piccole attenzioni, alcuni particolari specifici, quello che pensiamo possa servire per aiutare la squadra a vincere". Si parte e lo si fa in un Flaminio rovente, pieno all’inverosimile e rumoroso alla massima potenza. "Domenica scorsa, quando siamo tornati al palazzo dopo gara4 a Forlì, l’accoglienza è stata straordinaria. Centinaia di tifosi a incitarci, ad applaudirci. Percepiamo bene quello che sta succedendo in città, l’entusiasmo e la voglia di vivere questo appuntamento. Siamo certi che il Flaminio ci darà una mano, non vediamo l’ora di cominciare".
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