Forlì alla sfida dei playoff: abbattere il tabù del fattore campo
Forlì cerca di superare il tabù del fattore campo nei playoff, una sfida che dura da 24 anni nel campionato nazionale.

Forlì cerca di superare il tabù del fattore campo nei playoff, una sfida che dura da 24 anni nel campionato nazionale.
Testa di serie numero 1, la migliore in assoluto di ben due tabelloni di playoff, contro la sedicesima: quando si giocò gara1 dei quarti nel 2023, Forlì era strafavorita eppure non vinceva una serie nel secondo campionato nazionale dal 1995, l’anno della promozione con Andrea Niccolai. Due anni fa fu sfatato quel tabù: un 3-0 su Chiusi che finì per essere tutt’altro che banale, se si pensa che gara2 fu posticipata di diversi giorni a causa dell’alluvione (che colpì anche gli appartamenti di alcuni giocatori) e che gara2 e gara3 furono disputate in Toscana per indisponibilità del Palafiera, annullando di fatto il vantaggio del campo. Da maggio 2023 in poi, l’Unieuro ha eliminato anche Udine (3-0) e, anno scorso, Vigevano (3-1). Resta, ora, un altro tabù. Che stavolta è indispensabile abbattere.
È dal 2001 – ben 24 anni fa – che una squadra forlivese, in un campionato nazionale, non fa saltare il fattore campo in una serie playoff. Ci sarebbe un’eccezione nel 2017, ma erano playout (1-3 contro Chieti, espugnata 90-93 già in gara1): non una sfida promozione. Se consideriamo la sola A2, tocca tornare alla già citata finalissima del 1995: 0-3, vincendo ben due volte al Flaminio. Il bilancio della post-season in trasferta, limitandosi all’era Martino, non è male: 4 vittorie e 3 sconfitte. Ma in entrambe le stagioni Forlì era testa di serie numero uno: non ha mai giocato con l’obbligo di dover espugnare la casa altrui, come dovrà succedere invece a Cividale.
Il precedente di 24 anni fa era la finale di B2: la Libertas Alfamacchine piegò Padova in gara3 (73-81 alla ‘bella’) guadagnandosi l’accesso alla B1. Non era la prima squadra cittadina (in B1 c’era già la Fulgor; tempo due stagioni e le due realtà si fonderanno) ma in campo c’erano grandi nomi della storia biancorossa: Corrado Fumagalli (autore di 19 punti), Marcello Casadei e Stefano Pezzin; il coach era Gigi Garelli. Dopodiché, Forlì ha conosciuto casomai brucianti eliminazioni anche col fattore campo dalla propria parte: come le finali della B del 2010, contro Barcellona e Fortitudo, questa col canestro di Malaventura; o quella con Cremona nel 2023.
In due casi se l’è giocata fino in fondo nonostante una testa di serie più bassa: nel 2005 contro Casale Monferrato (finale della B) e nel 2019 contro Rieti (quarti di A2). Entrambe finirono a gara5. Vent’anni fa, la VemSistemi fece subito il colpo in gara1 ed ebbe il match point casalingo in gara4 al vecchio Villa Romiti: lo perse in volata (76-83), con un fischio arbitrale discutibilissimo. Un fallo sul rimbalzo difensivo che avrebbe dato a Forlì la palla del pareggio o del sorpasso: l’episodio fece infuriare i forlivesi e diede campo libero alla squadra strafavorita.
Mentre nel 2019 Forlì perse gara1 a Rieti (74-71, canestro da tre sulla sirena di Antino Jackson), si trovò sotto 2-0, rimontò fino al 2-2 sfruttando le gare al Palafiera ma finì letteralmente travolta in gara5 (95-67, sempre sotto). Senza mai espugnare il campo altrui. Come era accaduto del resto nei precedenti playoff di A2: 3-0 nel 1998 (Gorizia) e nel 1999 (Livorno) per la vecchia Libertas; idem nel 2013 per la defunta FulgorLibertas (Brescia); 3-1 nel 2022 tra Cantù e la Pallacanestro 2.015.
Di fatto, le 4 vittorie dell’era Martino sono le uniche strappate fuori casa ai playoff negli ultimi 30 anni in seconda serie. Ora serve una nuova impresa: almeno una, domenica prossima o martedì 13, prima di difendere poi il Palafiera.
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