Forlì, Allen di ritorno come i più amati. I bis più celebri: Rod Griffin e Kenny Williams

Sono nove gli americani che i tifosi hanno riabbracciato dopo averli salutati. La ‘Pantera’ conquistò anche la seconda promozione

di STEFANO BENZONI
19 giugno 2025
Sono nove gli americani che i tifosi hanno riabbracciato dopo averli salutati. La ‘Pantera’ conquistò anche la seconda promozione

Sono nove gli americani che i tifosi hanno riabbracciato dopo averli salutati. La ‘Pantera’ conquistò anche la seconda promozione

E così, con un colpo a sorpresa, Forlì e i tifosi della Pallacanestro 2.015 riabbracceranno Kadeem Allen, chiamato per far coppia con Demonte Harper nel campionato 25-26. Ma quanti sono stati, nei 58 anni di storia del basket forlivese (dal 1967 anno della prima promozione in A e dall’ingaggio del primo americano) gli stranieri che, dopo aver militato un anno a Forlì, non sono stati riconfermati ma poi sono tornati? Kadeem Allen è il nono di una lista che è composta da nomi che hanno lasciato tracce profonde nel cuore dei tifosi forlivesi.

Il primo (in assoluto) fu Tony Gennari, ingaggiato nella stagione d’esordio in A della Becchi 1967/68. La squadra però era troppo debole e a fine campionato retrocesse in B. Gennari tornò negli Stati Uniti, ma la Federazione gli concesse la possibilità di giocare da italiano e così a stagione inoltrata si ripresentò in Romagna, anche se la squadra chiuse seconda e non centrò la seconda promozione in A.

Il secondo nome a tornare a Forlì, questa volta dopo una stagione con i Portland Trail Blazers in Nba, fu Kim Anderson. Ingaggiato dalla Jollycolombani in A2 nel 77-78, Anderson, ala di 2.02 dal tiro mortifero, fece coppia con Steve Mitchell e giocò alla grande (in una trasferta persa a Vigevano segnò 52 punti senza tiro da tre). Anderson, che in Nba giocò poco, venne richiamato per fare coppia con Rudy Hackett (il padre di Daniel, fresco campione d’Italia con la Virtus Bologna) nel 79-80, in quella che è stata la migliore nella storia del basket cittadino. La Jolly chiuse ottava in A1 e nei quarti playoff andò ad un passo dall’eliminare la prima Billy Milano. L’ottavo posto diede diritto ai romagnoli di disputare nell’80-81 una competizione internazionale, prima e unica volta nella storia cittadina: la coppa Korac.

Il terzo ‘figliol prodigo’ fu il ‘romagnolo’ Rod Griffin. Arrivato in città con grande clamore visto che mai nessuna prima scelta nel Draft Nba era mai atterrata in Romagna (Griffin era stato scelto dai Denver Nuggets con il numero 17), trascinò la Jolly al ritorno in A1 nel 1979, poi l’anno seguente tentò la fortuna fra i professionisti. Gli andò male e così nell’estate 1980 tornò a Forlì dove rimase sei stagioni di fila, firmando un altro salto in A1 nel 1983. Poi, dopo aver girovagato, nel 90-91, la ‘Pantera’ viene richiamata dalla Filanto che aveva perso sia John Fox sia Bob McAdoo. Rod giocò sette gare e aiutò Forlì a salvarsi.

Proprio Fox è stato uno dei ritorni: vestì anche la maglia della Carne Montana nel 1997/98, in A2. E il su feeling con la piazza è confermato dal suo recente ritorno al Palafiera.

Prima, però, c’era stato Kenny Williams. Stagione 94/95: l’Olitalia del presidentissimo Angelo Rovati è in A2 e non è soddisfatta del suo straniero, la guardia AJ English. English viene tagliato e a Forlì approda l’ala Kenny Williams, che si conosceva perché aveva partecipato nel 1991 alla Gara delle Schiacciate all’All-Star Game di Charlotte. Totale simpatia e assidua predilizione per birra (il suo soprannome diventa ‘Beck’s’) e gentil sesso a parte, in campo Williams è molto forte ed è una delle chiavi della promozione in A1 dell’Olitalia. A fine stagione, però, Williams, che è alquanto imprevedibile, torna negli Usa e la società lo sostituisce con James Bryson che però non convince e così Rovati dopo un paio di mesi richiama Williams che contribuisce alla tranquilla salvezza forlivese (la squadra sfiorò i playoff scudetto; di Kenny si ricorda soprattutto il tap-in vincente contro la Fortitudo al Palafiera).

Dopo aver fatto bene nella stagione 12-13 con la Fulgor-Libertas (la squadra allenata da Sandro Dell’Agnello arrivò quinta ma fu eliminata 3-0 da Brescia nei quarti playoff), Terrence Roderick tornò a Forlì con l’Unieuro nel 20-21 sempre con Dell’Agnello in panchina. Dopo un’eccellente prima fase chiusa al primo posto, Forlì venne inopinatamente eliminata dall’Eurobasket nei quarti playoff. Nel frattempo era tornato anche Melvin Johnson: artefice della salvezza 2017, come rinforzo in corsa, lo si rivide nella stagione 2018/19. Grande tiratore, ma stavolta senza brillare.

Erik Rush, giocatore tanto utile quanto prezioso, giocò a Forlì per due stagioni di fila, dal 2019 al 2021, poi però, anche causa i problemi alla schiena che purtroppo gli fecero saltare i playoff 2021, nella stagione seguente non venne confermato. Salvo poi essere richiamato, visto il rendimento insufficiente di Carroll, nell’annata 21-22 chiusa dall’Unieuro al settimo posto e con l’eliminazione 1-3 contro Cantù nei quarti dei playoff.

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