Forlì e le sue occasioni perdute. Fallito ancora il salto di qualità

Mercoledì con Nardò come già con Livorno, Fortitudo e Rieti un ko quando l’annata pareva svoltare

di STEFANO BENZONI
28 febbraio 2025
La delusione mercoledì sera a fine partita (in primo piano Davide Pascolo): Forlì sconfitta in casa dalla penultima 69-82 e il divario poteva essere più largo (Salieri)

La delusione mercoledì sera a fine partita (in primo piano Davide Pascolo): Forlì sconfitta in casa dalla penultima 69-82 e il divario poteva essere più largo (Salieri)

La sconfitta peggiore nel momento migliore. Proprio quando la classifica stava tornando a sorridere e il calendario offriva in serie avversarie di seconda fascia per continuare un filotto di successi che invece si è fermato a 4. Contro Nardò, la penultima della classe che aveva vinto l’unica trasferta quattro mesi fa (il 27 ottobre a Brindisi), l’Unieuro è crollata di schianto: la più brutta e netta sconfitta casalinga della sua stagione dopo quelle comunque lottate e incerte fino alla fine contro Livorno, Cantù, Rieti e Cividale. Ma soprattutto fallendo l’ennesimo esame di maturità della sua stagione che, fra alti e bassi, sembrava aver preso l’abbrivio giusto dopo le ultime affermazioni con Torino in casa, poi a Cantù, al Palafiera con Udine e infine a Orzinuovi.

Forlì ha fatto l’ennesimo passo indietro, prigioniera delle sue ambiguità, fragilità e paure, entrando in campo con un’atteggiamento da scampagnata balneare e venendo travolta da un’avversaria che ha giocato con coraggio, forte degli errori e dalla presunzione dei biancorossi. Contro i pugliesi trascinati da un Russ Smith da 37 punti in poco meno di 25’ con il 61% al tiro e 6/12 da tre, Forlì non solo non è mai stata in vantaggio: dopo due quarti era sotto di 15 (con soli 10 punti segnati nella seconda frazione); dopo tre il divario diceva -19 e -22 dopo un paio di minuti nell’ultimo quarto. Insomma una partita che non c’è mai stata.

Il perché di tutto ciò si perde nei meandri delle menti dei forlivesi e dello staff tecnico, mercoledì chiamato a risolvere una situazione che aveva motivazioni misteriose, insondabili e senza soluzioni pratiche. A maggior ragione dopo i nove giorni di sosta rispetto all’ultima partita ad Orzinuovi, senza infortunati, con tre giorni di riposo concessi e con allenamenti, a detta di chi c’era, di buona fattura.

Contro Livorno Forlì con un solo straniero ha perso 67-69 per dettagli (l’1-6 ai liberi negli ultimi 3’) dopo non aver brillato ma essendo stata anche avanti. Contro Cantù i ragazzi di coach Martino a 6’ dalla fine erano avanti 65-60, poi hanno ceduto sotto il parziale di 16-5 dei brianzoli per il 71-76 finale. Contro Rieti all’intervallo lungo Forlì era a +11, al 30’ era a +7, a +6 a 3’15’’ dalla fine e in parità a 56 a 37’’ dalla sirena, prima di perdere 64-65 con il tiro segnato da Harper allo scadere e dato da due e non da tre. E ancora contro Cividale Forlì è stata avanti e nel finale, a 48’’, Cinciarini ha sbagliato la bomba della parità. Insomma tutt’altro genere di prove rispetto a quella sconcertante ‘offerta’ contro Nardò e con squadre di ben altro livello rispetto ai pugliesi.

Oltre al balzo indietro in una classifica che oggi la vede decima, Forlì ha dimostrato ancora una volta, in questa sua stagione da montagne russe, di fallire la gare che potrebbero farle compiere il salto di qualità. La sconfitta in casa contro Livorno era stata preceduta da due vittorie di fila contro Pesaro e ad Avellino e dalla buona prova nel derby perso a Rimini. Quella a Bologna, 76-71 dopo un supplementare, aveva alle spalle tre successi di fila: a Milano, in casa contro Piacenza e a Cremona. Prima poi di affrontare Rieti, l’Unieuro era reduce da due vittorie consecutive e da cinque successi in sei match. E anche la brutta battuta d’arresto a Livorno era arrivata a sorpresa dopo la bella e convincente affermazione in casa con Rimini.

Di incoraggiante c’è però che dopo queste sconfitte i biancorossi hanno saputo reagire. Dopo gli stop contro Livorno e Fortitudo arrivarono due vittorie di fila, mentre dopo la battuta d’arresto in terra labronica i successi consecutivi sono stati quattro. Una caratteristica, saper reagire, che i tifosi si augurano continui a essere presente nel Dna della squadra a partire dalla gara di domenica a Vigevano.

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