Forlì, la mossa del quintetto piccolo. C’è più spazio in attacco e mobilità in difesa
Le chiavi: Pollone impiegato come ala forte, la fisicità di Harper e Tavernelli. Gaspardo ‘falso centro’ dà pericolosità perimetrale

Le chiavi: Pollone impiegato come ala forte, la fisicità di Harper e Tavernelli. Gaspardo ‘falso centro’ dà pericolosità perimetrale
A -2 dal settimo posto che qualifica ai playoff senza passare dai ‘play in’, con nove gare ancora da giocare, l’Unieuro scopre nel suo arsenale tattico un’arma che potrebbe risultare decisiva: quella del quintetto piccolo. Non è una risorsa a sorpresa, visto che coach Martino l’ha utilizzata con una certa continuità da inizio stagione e anche nelle due annate precedenti, soprattutto nei finali di partita, ma nelle ultime uscite ha assunto connotati interessanti da esplorare.
La scorsa estate Forlì nella costruzione del roster ha puntato su due aspetti evidenti: una rotazione con dieci giocatori e un pacchetto di lunghi italiani. Antimo Martino sceglie di iniziare le partite sempre con un quintetto tradizionale formato da tre esterni più o meno classici: attualmente sono Riccardo Tavernelli (playmaker), Toni Perkovic e Demonte Harper (guardie), grazie al fatto che l’americano può marcare anche le ali piccole. In altri momenti della stagione sono partiti in quintetto anche Shawn Dawson e Luca Pollone. Tra i lunghi c’è l’intercambiabile Raphael Gaspardo come ala forte e un centro che all’inizio era Angelo Del Chiaro ma che poi è diventato stabilmente Daniele Magro.
Il coach biancorosso fin dal primo quarto fa ampio uso della sua panchina, con minuti significativi (Forlì ha sei giocatori fra i 22 e i 29 minuti di media e gli altri quattro fra i 12 e i 19) per Matteo Parravicini come cambio del playmaker, Daniele Cinciarini (guardia), Luca Pollone (ala piccola), Davide Pascolo e Angelo Del Chiaro (lunghi). In realtà molti di questi giocatori possono occupare vari ruoli, cosicché l’allenatore può sbizzarrirsi nel mettere in campo varie soluzioni tattiche. Anche se negli ultimi due mesi le rotazioni paiono ristrette a causa delle pessime condizioni di forma di Parravicini (una sola gara in doppia cifra nelle ultime dieci), ma soprattutto quelle di Angelo Del Chiaro (l’ultima volta in doppia cifra il 29 dicembre in casa di Nardò; ha totalizzato appena 14 rimbalzi in 10 partite nel girone di ritorno). Però la poliedricità di certi elementi resta.
Il quintetto piccolo che Forlì usa soprattutto nel quarto periodo, ad esempio, ha cambiato volto e fisionomia. Se fino a poche settimane fa era composto da Tavernelli play, Harper e Perkovic guardie, Pollone ala forte e Pascolo adattato a centro, a Vigevano l’Unieuro ha mostrato una nuova versione di sé: con Raphael Gaspardo impiegato come centro ‘fasullo’, una mossa quest’ultima che potrebbe essere utilizzata con maggiore frequenza visti i buoni risultati che ha dato. Questo schieramento consente ai forlivesi di avere più tiro da fuori, uomini più agili e in grado di giocare con egual efficacia vicino e lontano da canestro e ovviamente in grado di ‘cambiare’ su tutte le tipologie di avversario sui pick and roll, dando maggiore efficacia alla difesa.
Un punto fermo, sotto questo aspetto, è Luca Pollone che sa difendere anche contro i lunghi. Ma anche Harper e Tavernelli hanno un fisico che consente di reggere rivali più alti. Ogni tanto con questi quintetti si rischia di pagare dazio nella battaglia a rimbalzo, ma sono poche le formazioni che di fronte a schieramenti come questi non scelgono di adattarsi e di giocare ‘piccoli’ anche loro. Solo che Forlì ha dimostrato di saperlo fare bene, meglio di molti altri.
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