Forlì sfiora la rimonta a Rieti: Unieuro lotta ma cede nel finale
Unieuro Forlì mostra segni di ripresa nonostante la sconfitta a Rieti, sfiorando la rimonta con una difesa solida.

Raphael Gaspardo in azione: soli 7 punti dopo averne segnati almeno 10 in 12 delle precedenti 14 partite, 8 volte da 15 in su. Tatticamente è stato ugualmente utile
Dopo i 9 punti segnati nel primo quarto sbagliando i primi 12 tiri (con 4 ‘air ball’), o dopo i 23 a referto dopo 20’ trovandosi sotto di 25, in molti hanno pensato ad altre debacle forlivesi in trasferta di questa stagione, inaccettabili perché la partita è finita praticamente prima di iniziare: in ordine cronologico Brindisi (4ª giornata), Udine (11ª), Verona (21ª) e Pesaro (31ª). Coi biancorossi abulici, distratti, arrendevoli, molli, imprecisi e chi più ne ha più ne metta.
A Brindisi l’Unieuro, mai in vantaggio per tutti i 40’, ha segnato 9 punti nel primo quarto e all’intervallo lungo era già a -17. A Udine al 16’ Forlì era a -26 (48-22), così come a inizio quarto periodo (77-51), anche se la reazione portò a limare le distanze fino a -9. A Verona il primo quarto finì 32-9. A Pesaro -10 dopo 10’, -18 a metà, -19 dopo 30’. A queste si potrebbe aggiungere Nardò in casa (28ª giornata): -15 al 20’. Domenica a Rieti la sconfitta è stata pesante perché vale aggancio e sorpasso (0-2 nel confronto diretto) ma si sono visti spunti differenti.
Sotto di 25 dopo due quarti di gioco e precipitata addirittura a -28 all’inizio del terzo periodo, Forlì ha costruito una chance di rimonta, arrivando a -5 a 5 minuti dalla fine e tirando per tornarci a ridosso dell’ultimo minuto. Pretendere di vincere una gara nella quale Forlì non è stata mai avanti sarebbe stato forse troppo, ma la reazione della squadra è stata un segnale importante al netto di quanto accaduto in altre partite perse molto nettamente durante le quali l’encefalogramma forlivese era stato quasi sistematicamente piatto.
Merito soprattutto di una difesa che, al netto del calo delle percentuali di tiro dei reatini, ha tenuto la squadra laziale a soli 7 punti segnati nel terzo quarto, solo su tiri liberi e senza concedere nemmeno un canestro su azione. Forlì nel terzo quarto ha tirato 6/19 contro lo 0/10 dei laziali, poi ha continuato a correre con un ulteriore break di 6-16. La difesa ha tracciato la rotta ma l’attacco, e questa è l’altra nota significativa, non si è nascosto.
Harper ha chiuso con 17 punti ed è stato il miglior realizzatore dei biancorossi centrando la sua quarta gara in doppia cifra per punti nelle ultime cinque (e ottava nelle ultime 12, confermando un’inversione di tendenza non episodica), Parravicini e Cinciarini sono andati a un nulla dalla doppia cifra. E Martino ha avuto conferme sull’assetto senza un vero pivot (Pascolo ne ha messi 12 con 6/6) e soprattutto con Luca Pollone, che ha disputato il suo ‘solito’ ultimo quarto con 10 punti e due bombe.
Soprattutto, a consolare Forlì può essere un’ulteriore considerazione: Perkovic da zero punti con 0/9 al tiro non si era mai visto. Nel ritorno non aveva chiuso in doppia cifra solo nel ko casalingo contro Nardò, quando era stato impegnato con la nazionale croata fino a 48 ore prima. Così come Gaspardo era andato in doppia cifra in 12 delle precedenti 14 uscite (8 con almeno 15 punti) e invece si è fermato a 7 punti con 3/9. Insomma, questi aspetti fanno pensare a una serata storta.
Per il resto, a Rieti si è vista un’Unieuro comunque combattiva, meno arrendevole di altre sconfitte, capace di reagire e mettere paura a una rivale che sembrava aver già la partita in cassaforte. Un messaggio che i forlivesi hanno inviato alle loro prossime rivali di un difficile rush finale.
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