Forlì, Tavernelli suona subito la carica: "Qui per fare qualcosa di importante"

L’esperto play poteva restare a Tortona anche con un futuro incarico in società, "ma io voglio giocare e posso dare ancora molto"

di STEFANO BENZONI -
5 settembre 2024
Forlì, Tavernelli suona subito  la carica: "Qui per fare qualcosa di importante"

Riccardo Tavernelli ieri alla presentazione e in azione nello scrimmage a Faenza a fine agosto (foto Salieri)

Riccardo Tavernelli, 33 anni, nuovo playmaker titolare dell’Unieuro, è sposato e ha un figlio di due anni (Gioele), è laureato in economia e commercio e in campo e nella vita ha le idee chiare. A Forlì vuole tornare a giocare e a essere importante dopo una stagione ai margini a Tortona in A, la quinta di fila dopo la promozione dall’A2 nel 2021 ("Potevo rimanere a vita in quella società, ma io volevo giocare ancora"), coperto nel ruolo da americani e frenato da un infortunio al polpaccio proprio nel momento in cui aveva intravisto un po’ di spazio fra campionato e Champions.

Presentato nella sede di Edil Esterni, importante azienda in partnership col club, alla presenza dell’amministratore delegato Claudio Bellini, di Tavernelli il ds Renato Pasquali disegna questo ritratto: "È un playmaker dalla tipologia ben definita. É uno di quei play che fanno giocare la squadra, prima di tutto, che ha qualità di leadership, analisi e gestione del gioco. È esperto, ha vinto il campionato di A2 ed è un elemento molto importante che darà tranquillità alla squadra quando tutti andranno in apprensione, un contributo più di qualità che di quantità con tante piccole grandi cose che nelle statistiche non compariranno ma che saranno importanti per la squadra. Già in queste settimane di allenamenti – prosegue il dirigente forlivese – ho notato l’attenzione che ha sempre verso tutti i compagni, i consigli che dà ai giovani e la sua presenza costante".

Tavernelli ha ulteriormente motivato la scelta di venire a Forlì: "Ho scelto Forlì per fare qualcosa di importante in una squadra forte e in una società organizzata. Mi piace essere quello che sono. Il mio ruolo in campo deve essere quello di coinvolgere tutti i compagni, fare in modo che tutto sia a posto e voglio essere un allenatore in campo per portare ai compagni la voce della panchina a livello di cosa fare, quali obiettivi attaccare, come difendere. Ogni tanto tirerò, lo so, ho lavorato sul mio tiro e so che devo essere pericoloso, ma non mi interessa se c’è chi tira o segna più di me, l’importante è che vinca la squadra".

Forlì, che ha chiuso al primo posto il campionato negli ultimi due anni, come margine di miglioramento ha solamente quello che porta alla promozione: "Però è il passo più bello e migliore da fare. Come squadra forse non abbiamo tantissimo talento, ma siamo stati costruiti nel modo giusto. Siamo una squadra che sa cosa fare e poi abbiamo una panchina che a mio parere è una delle più forti della A2". Tavernelli ha ritrovato Harper con cui ha giocato insieme a Tortona: "È molto forte perché può fare di tutto e si adegua alle esigenze della squadra".

L’alto livello del torneo non lo spaventa: "Credo ci siano dieci squadre davvero molto forti, l’importante sarà non perdere punti in casa e gestire le energie perché con così tanti infrasettimanali ci si potrà allenare il giusto. Da queste prime settimane di lavoro sono rimasto sorpreso dal coinvolgimento che hanno tutti, come ci aiutiamo e come quelli che erano già qui stiano aiutando a far capire agli altri tutti i meccanismi della società, della squadra e della città. Venendo qui sto già riassaporando il piacere e il sapore di tornare a essere un protagonista e a giocare. Mi mancava questa sensazione, l’ho ritrovata e sono molto soddisfatto".

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