Il commento. Il quintetto piccolo è l’arma decisiva, ne servono altre

Forlì affronta Udine con un quintetto piccolo, ma rischia di non essere sufficiente. La partita segna un passo avanti, grazie a Pascolo, Zilli e Valentini, ma l'Unieuro deve trovare un equilibrio per non essere sempre costretta a rimontare.

21 novembre 2023

Non si batte una squadra come Udine per caso. E infatti non è casuale il modo in cui Forlì si è trovata, per la terza volta su tre al Palafiera, a rimontare: ancora una volta è stato indispensabile il quintetto piccolo con Luca Pollone da ala forte tattica e Xavier Johnson da centro, con una rotazione che nei momenti chiave è al massimo di 7 giocatori. Dunque non è più una risposta d’emergenza, una mossa disperata: è il volto migliore che Forlì può presentare. Tuttavia rischia di non essere sufficiente.

La situazione presenta pro e contro. Viene da chiedersi fino a quando Forlì potrà accettare partenze ad handicap, per non mortificare Zilli e Pascolo, inevitabilmente sacrificati in nome dello ‘small ball’, come direbbero in America. Dall’altro lato, la partita contro Udine ha segnato per la prima volta qualche passo avanti: se Forlì ce l’ha fatta ancora una volta, è anche perché ha avuto un Pascolo all’altezza e uno Zilli il cui impatto è stato superiore alle cifre (modeste), così come segni di vita li ha offerti Valentini. Questo ha consentito di ovviare a un Allen non al top e alla peggior versione stagionale di Zampini.

L’Unieuro deve trovarsi nella situazione in cui il quintetto piccolo rompa l’equilibrio, senza essere sempre costretta a utilizzarlo per rimontare. Dalla capacità di crescere con l’assetto che prevede i lunghi ‘classici’ passeranno le chance della stagione biancorossa.

Marco Bilancioni

Continua a leggere tutte le notizie di sport su