Il popolo biancorosso reagisce: "Retrocessione? Una liberazione. Sappiamo bene di chi è la colpa"
La discesa in A2 e le reazioni dei tifosi: dalle lacrime al PalaCarrara alla fredda analisi dei fatti "Ora un progetto che ci faccia stare tranquilli e ponga le basi per ambire di nuovo alla Serie A" .

La discesa in A2 e le reazioni dei tifosi: dalle lacrime al PalaCarrara alla fredda analisi dei fatti "Ora un progetto che ci faccia stare tranquilli e ponga le basi per ambire di nuovo alla Serie A" .
Delusione, incertezza per il futuro, ma anche un senso di liberazione. E forse è proprio quest’ultimo il sentimento che va per la maggiore fra i tifosi del Pistoia Basket dopo l’ufficialità della retrocessione in A2. D’altronde, questi ultimi mesi di stagione si stavano trasformando in una lenta agonia per i sostenitori dell’Estra, nonostante la fiammella della speranza di mantenere la categoria fosse ancora accesa fino a domenica scorsa. Ma il verdetto emesso dalla partita persa con Cremona al PalaCarrara non ha di certo sorpreso gli appassionati di fede biancorossa. "La retrocessione era ormai inevitabile, visto tutto quello che è accaduto nei mesi precedenti – afferma Lorenzo Soddu –. Non sono nemmeno arrabbiato, anzi, paradossalmente non vedevo l’ora che la scesa in A2 diventasse ufficiale. Se ho provato rabbia, è stato fra novembre e gennaio, quando abbiamo cominciato a capire quello che stava realmente succedendo fuori dal campo. Questo non significa però che non ci sia rammarico. Purtroppo la società non è stata in grado, in corso d’opera, di correggere gli errori commessi e anzi, sono stati fatti altri sbagli. Qualcosa da salvare? Sicuramente l’impatto di coach Gasper Okorn, che ha parlato chiaramente fin dal suo arrivo. Mi piacerebbe se restasse a Pistoia anche l’anno prossimo. Ci vuole una persona con il suo carisma".
Sulla stessa falsariga l’analisi di Filippo Cappellini. "Ci aspettavamo di retrocedere, era solo questione di tempo – racconta il giovane tifoso –. E anzi, per come si erano messe le cose a un certo punto, ossia quando si parlava di non riuscire a terminare il campionato in assenza delle risorse necessarie, non è nemmeno il finale peggiore. Però dispiace tanto, perché i presupposti di inizio stagione erano ben altri. Sappiamo chi è il colpevole di questa situazione. Onore a chi è rimasto e ha lottato fino in fondo. Però è stato pesante vedere la differenza con le altre squadre e incassare larghe sconfitte al PalaCarrara. Non ultima quella con Cremona".
In vista della prossima annata, si prova anche a essere fiduciosi. "Purtroppo la retrocessione era nell’aria. Pero un po’ di ottimismo per il futuro c’è dopo le parole espresse dal presidente Joe David e dal direttore sportivo Marco Sambugaro – sottolinea Gabriele Marchesini –. Il ritorno in A2 fa male, ma bisogna pensare a un progetto che ti porti fin da subito a disputare una buona stagione, ponendo le basi per centrare una nuova promozione più in avanti. Quello all’A1 non sarà un addio, ma un arrivederci. La piazza merita la massima serie".
Dello stesso avviso è Maurizio Milani. "La retrocessione era annunciata da tempo direi. Il problema, specie all’inizio, non era tanto tecnico, quanto di gestione scellerata, di non rispetto dei ruoli, di inadeguatezza. Ovviamente adesso c’è da sperare di ripartire dalla A2, cosa non banale alla luce delle precedenti promesse. A sensazione, il presidente attuale sembra una persona decisamente diversa rispetto a Rowan, ma la sua missione principale in questo momento è conquistare la fiducia con i fatti, non certo con i proclami. Sarà necessario in particolar modo affidarsi a persone competenti e oneste. A mio avviso Sambugaro è l’uomo giusto da cui ripartire. E le parole di quest’ultimo sul presidente mi lasciano ben sperare".
Francesco Bocchini
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