Il supernonno a canestro. La passione non ha età . A 86 anni Guido Lorenzetti si diverte e gioca a basket
I primi tiri da adolescente nella popolare palestra Forza e Coraggio di Milano. Adesso il “ragazzo classe ’38“ partecipa al campionato Uisp “Over 45“ . "Mi sopportano e non insisto mai per scendere sul parquet, decide il coach" .

I primi tiri da adolescente nella popolare palestra Forza e Coraggio di Milano. Adesso il “ragazzo classe ’38“ partecipa al campionato Uisp “Over 45“ . "Mi sopportano e non insisto mai per scendere sul parquet, decide il coach" .
Gioca a basket sin da quando aveva 16 anni Guido Lorenzetti. Ha iniziato alla popolarissima palestra Forza e Coraggio di Milano. Non è diventato un fuoriclasse della pallacanestro, ma non ha mai smesso di giocarci. Cosa c’è di tanto speciale in tutto questo? Semplice, Guido Lorenzetti ha 86 anni suonati e partecipa, con grande impegno, al campionato UISP Over 45 con la società Ciesse FreeBasket Milano. Un esempio di come la passione sia più forte anche dell’età che avanza. Fa un certo effetto pensare ad un “ragazzo del ‘38“ che gioca ancora in un vero campionato di pallacanestro.
Guido, come va la stagione con il Ciesse FreeBasket? "Diciamo che mi sopportano (ride, ndc). Io non insisto mai per scendere in campo, è il coach che mi fa giocare. Quindi, soprattutto quando le partite sono già decise, tocca anche a me".
Da quanto tempo la pallacanestro fa parte della sua vita? "Ho cominciato a 16 anni, al Forza e Coraggio, palestra iconica dove sono stato di recente per una partita proprio del campionato Over 45. Ricordo che i palloni, a quei tempi, erano tipo palle mediche. Pesantissimi. Anche gli allenamenti erano durissimi. Ho iniziato e non ho mai smesso. Sempre a livelli bassi, sia chiaro. Ormai sono esattamente 70 anni che gioco".
Il basket è una disciplina sportiva piuttosto impegnativa… "Vero. Io cerco di restare il più in forma possibile. Nuoto quasi tutte le mattine, poi faccio due allenamenti a settimana. Se mi avanza tempo, gioco anche in un altro gruppo di attempati atleti di Opera. La mattina per caricarmi faccio pesi, vado a comprare il giornale a piedi e mi faccio cinque piani di scale, più volte al giorno. Esco pure in bicicletta. Cerco anche di non esagerare a tavola. Non uso quasi più il sale e mangio poca carne. Il mio debole sono i dolci".
Insomma, tutto per il basket. "Beh, non solo per questo sport, anche per me stesso. La pallacanestro è uno sport bellissimo. Si gioca insieme e, a differenza del calcio, si fanno tanti gol, ovvero canestri. Ci sono più momenti per cui gioire, si fa gruppo. È uno sport sano".
È anche tifoso di qualche squadra di basket? "Sono un tifoso dell’Olimpia Milano, ma all’acqua di rose. Non ho tempo di restare davanti alla TV per un’ora e mezza, ma mi informo sempre sui risultati. Ormai sono anni che non vado a vederla dal vivo. Se avrò tempo, magari ci tornerò".
Che ha da fare di così urgente per non avere tanto tempo? "Scherza? Sono super impegnato. Sono portavoce di un’associazione che si occupa delle deportazioni durante la Seconda Guerra Mondiale. Mio padre Andrea è stato vicesegretario del Partito Socialista clandestino durante la Resistenza. È stato arrestato per la sua attività antifascista nel marzo 1944 e deportato a Mauthausen, dove è morto. Io mi occupo di divulgare queste storie, attraverso anche i libri che ho scritto e scrivo, in scuole ed eventi in Italia".
Non si prende mai del tempo per rilassarsi? "No, trascorro tante ore davanti al computer di casa, ho mille cose da fare e programmare. Mi fermo solo quando faccio il nonno. Sono contento perché mio nipote, che fino a poco tempo fa giocava a calcio, alla fine si è convinto a passare al basket".
Non è da tutti avere un nonno che, a 86 anni, è in campo con canotta e pantaloncini… "Nella mia vita ho fatto il dirigente, l’imprenditore, lo scrittore, ma giocare a basket mi ha sempre divertito moltissimo. Quando mi rivedo in qualche filmato, mi sembro fuori posto. Eppure, non mi va di smettere perché è bello far parte di una squadra. Mi piacerebbe un campionato Over 80 in Italia ma non c’è. Non ci sono abbastanza giocatori, presumo… Peccato, so che in Brasile esiste un torneo Over 80. Sarebbe bello averlo qui".
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