"Io sul parquet del Bigi: ancora non ci credo"

Sasha Grant racconta la sua storia: dalla Sardegna a Reggio nel 2016 per giocare nei baby e ora decisivo nella Unahotels di Priftis

di FRANCESCO PIOPPI
8 novembre 2023

"Io sul parquet del Bigi: ancora non ci credo"

Un fisico che sembra disegnato da James Naismith per giocare a pallacanestro e una maturità fuori dal comune per un ragazzo di 21 anni.

Sasha Grant, ala di 201 cm della Unahotels, si sta meritatamente guadagnando minuti come collante difensivo nello scacchiere di Priftis.

Grant, riavvolgiamo il nastro: la sua storia con la Pallacanestro Reggiana com’è nata e quando?

"Era l’estate del 2016, avevo 14 anni e dopo aver visitato varie società per fare la mia prima esperienza lontano da casa scelsi Reggio. A me e a mia madre Caterina sembrò il posto giusto sia per quello che riguardava il basket che tutto il resto: dalla foresteria, al percorso scolastico".

Fu un’esperienza positiva?

"Molto positiva. Frequentavo ragioneria, giocavo con l’Under 15 e 16 e sognavo di diventare come uno dei campioni della prima squadra. Attorno a me avevo persone qualificate come Menozzi e Quarta con cui sono nate amicizie che mi porto dietro ancora adesso".

Cosa ricorda il Grant ‘bambino’ di quegli anni d’oro della Grissin Bon?

"Ho iniziato a giocare a basket poco prima delle finali scudetto tra Sassari e Reggio (giugno 2015, ndr) e mi ricordo che le seguivo in televisione. Essendo sardo (è originario di Dolianova, provincia di Cagliari) tifo per la Dinamo, ma mi è sempre piaciuto il PalaBigi e l’atmosfera dei tifosi: pensare che adesso ci gioco io…È un sogno".

Chi erano i suoi giocatori preferiti?

"Polonara mi piaceva moltissimo, ma anche Kaukenas e quando nel 2016 sono arrivato a Reggio tutte le domeniche ero al palazzetto a fare il tifo".

Dopo quell’esperienza nelle giovanili alcune tappe fondamentali: il Bayern Monaco, la Tezenis Verona e l’anno scorso la Bundesliga col Bayreuth.

"Rientrando alla Cassala per uno dei primi allenamenti ho pensato a tutto questo: da bambino sono diventato un giovane uomo. Al Bayern mi sono confrontato con giocatori di Eurolega, a Verona abbiamo vinto il campionato di A2 e al Bayreuth siamo retrocessi: ho capito cosa fare e cosa evitare".

Ha caratteristiche uniche in questa Unahotels: cosa le sta chiedendo in particolare Priftis?

"Tutte le occasioni che mi vengono date sono frutto del lavoro. È chiaro che il focus del mio utilizzo è soprattutto per la parte difensiva, dove ho mobilità e posso marcare un po’ tutti dall’uno al quattro. Sul lato offensivo la squadra ha tanto talento e ci sono delle gerarchie, ma io lavoro ogni giorno anche con coach Mangone per migliorare".

Quali sono i suoi compiti in attacco?

"Andare forte a rimbalzo, tirare quando c’è una conclusione aperta, tagliare al momento giusto e giocare in post basso con avversari più piccoli. In ogni caso, il mio gioco non si basa su quanti punti faccio: il mio compito qui è rendere la vita difficile all’avversario e dare energia".

Ragioniamo ‘di squadra’, a Trento è arrivata una brutta sconfitta. Su quali aspetti dovete migliorare?

"Trento è una buonissima squadra, ma dobbiamo essere più solidi e continui nei 40 minuti, subire meno punti e andare meglio a rimbalzo, ma io mi fido della mia squadra: vedo come ci alleniamo".

Giocatori italiani con le sue caratteristiche ce ne sono pochissimi: sta facendo un pensiero alla Nazionale?

"Giocare con la maglia azzurra è il mio sogno ed è l’emozione più grande che ci possa essere. In estate ho fatto parte del ‘Green Team’ Under 23 (la ‘sperimentale’ dedicata ai giovani, ndr) e così ho conosciuto Pozzecco, Casalone e tutto lo staff: mi sono trovato davvero bene sia dal punto di vista tecnico che umano. Lavoro sodo anche per questo".

Sul petto ha un grosso tatuaggio con i ‘Quattro Mori’…

"Sono molto legato alla mia terra, sono nato e cresciuto lì. È una cosa che porto con grande orgoglio e vado fiero di rappresentare la mia isola’.

Fuori dal campo quali sono le sue passioni?

"Mi piace girare per la città sui pattini e fare musica hip hop. Quando ho del tempo libero vado in studio e metto assieme qualche pezzo, diciamo che in futuro non mi dispiacerebbe incidere un album ma per passione, per me stesso".

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