La cooperativa del benessere di Bencardino. Finora neanche un infortunio muscolare
"Ho cercato di creare un’atmosfera di rispetto tra tutti: dal custode del Bigi alla presidente. Sinergia che permette all’atleta di allenarsi felice"

La cooperativa del benessere di Bencardino. Finora neanche un infortunio muscolare
Un intero girone di campionato senza infortuni muscolari. In casa Pallacanestro Reggiana non accadeva da tempo immemorabile. Sicuramente è il risultato del buon lavoro del preparatore atletico, Sandro Bencardino.
ln quattro mesi di gare nessun infortunio: quale è la sua parte di merito?
"Ho semplicemente cercato di creare un’atmosfera di rispetto tra tutti quelli che lavorano coi giocatori. Dal custode del Bigi alla nostra presidente. Una sinergia che permette all’atleta di sentirsi bene e quindi allenarsi felice, ascoltare meglio il suo corpo e dunque stare bene più a lungo".
Una cooperativa del benessere al servizio dei giocatori?
"Tutti insieme mettiamo i mattoni giusti per la loro salute fisica ed emotiva. Il gruppo unito vince se un giocatore sente che si tiene a lui. Mi fido di loro in modo che loro si fidino di me. Con tanto dialogo".
Quale è adesso la condizione dei giocatori?
"L’obiettivo è arrivare a una condizione fisica omogenea di squadra. Nel frattempo, nel quotidiano, a seconda dello stato di salute e del minutaggio, c’è chi sta meglio e chi sta peggio; si lavora per ridurre la forbice". Quando Coldebella la ingaggiò disse: "ho sempre cercato di portarlo con me perché darà anche energia e motivazione al gruppo". Ci è riuscito?
"Se potessi, scenderei in campo anch’io. I giocatori li sento parte di me. Per questo li sprono continuamente: li devo aiutare a realizzare i loro sogni, a gioire del gioco".
Indubbiamente la ascoltano visti i risultati...
"C’è grande collaborazione. Ai ragazzi dico sempre che il loro obiettivo è rendere felici chi li guarda giocare, perchè fanno il lavoro più bello del mondo e devono trasmettere questa gioia. Naturalmente sono il primo a dover dare l’esempio".
In che modo?
"Di norma vado al palasport due ore prima di loro, e mi alleno io. Quando arrivano mi vedono tutto sudato e capiscono che se penso al mio benessere è perché voglio anche il loro. E si allenano con più entusiasmo".
Il rapporto con coach Priftis? "E’ una persona di eccezionale valore e non solo come tecnico. Così come Coldebella. Ma in generale è un piacere lavorare con tutti gli elementi degli staff. In particolare vorrei citare il preparatore del vivaio, Francesco Ruffolo, se lo merita per la dedizione con cui lavora anche affiancandomi con la prima squadra".
In questo clima di positività, dove può arrivare questa squadra dal suo punto di vista?
"Ha senso darle un limite? Lasciamola andare a mente libera, a briglia sciolta, poi a fine stagione vedremo che meta avremo raggiunto. Manteniamo durezza mentale e entusiasmo. Sapendo che la fortuna gioca la sua parte, e che si può vincere o perdere anche per un tiro che rimbalza beffardo sul ferro".
In passato ci ha detto che per non avere infortuni un atleta deve pure avere un corretto stile di vita. Qualche biancorosso ha sgarrato?
"Chi ha costruito la squadra ha avuto buon occhio pure in questo, scegliendo davvero professionisti inappuntabili; anche troppo".
In che senso?
"Spesso mi tocca dire loro di mangiare di più, di mettere chili: ovviamente di massa muscolare. Perché in campo dobbiamo andare più pesanti. Devo, paradossalmente, sollecitarli in questo".
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