L’altra faccia di Basket City: Bologna 2016 verso l’addio, Francesco Francia e Stars virano sui giovani. Costi di gestione, sponsor in fuga e pochi impianti. Così il mondo Minors vede tante società a rischio

Se da un lato luccica l’oro di una Virtus campione d’Italia per la diciassettesima volta, dall’altro non è ...

di GIACOMO GELATI
19 giugno 2025
F. Francia, il patron Andrea Venturelli

F. Francia, il patron Andrea Venturelli

Se da un lato luccica l’oro di una Virtus campione d’Italia per la diciassettesima volta, dall’altro non è brillante lo stato di salute dell’universo ‘minors’, quello che conta, considerando le sole prime squadre, 83 club sul territorio dalla B Nazionale alla Divisione Regionale 3 (l’ex Prima Divisione) e che arricchisce e tiene vivo più che mai il bacino di Basket City. Un paradosso che fra costi di gestione, tasse, disponibilità di spazi e sponsorizzazioni via via minori, rischiano di esaurire una parte consistente del patrimonio sportivo, culturale della Città Metropolitana. Nei giorni scorsi ha avuto risalto l’aut aut del presidente del Bologna 2016 Rossano Guerri (B Interregionale), tra i club più innovativi del territorio grazie a una politica che in 9 anni ha lanciato giovani talenti in ambito sportivo e che ha inserito tanti giocatori nel mondo del lavoro.

La proposta di una joint venture sull’asse Bologna-Imola, tanto per incrementare il modello Bologna 2016 quanto per ammortizzare i costi (interscambiando tecnici, dirigenti e giocatori, capillarizzando la cogestione delle palestre), non ha attecchito (prevale un po’ di scetticismo per paura di perdere l’identità dei singoli club) e il numero uno rossoblù potrebbe così porre fine alla sua avventura sportiva. Chi ha trovato un’alleanza è il Cvd Casalecchio del presidente Casanova, reduce da una grande stagione in serie C. "La problematica economica è enorme – dice – e il fatto che molte società non si iscriveranno è sintomatico e non so se la Federazione se ne rende conto. Per quanto ci riguarda abbiamo fatto un accordo con la Vis Ferrara, che ha un vivaio di altissimo livello: l’idea è fare un gruppo molto giovane che possa crescere con i grandi e in questo modo abbassare i costi dei parametri in futuro".

C’è chi riesce a mantenere la stabilità partendo dal proprio settore giovanile e investendo sul futuro, come nel caso della Francesco Francia (serie C) del presidente Andrea Venturelli. "La riforma dello sport non ha aiutato le società non strutturate. Noi ci eravamo messi avanti con anticipo e le cose vanno meglio che ad altri, ma capisco il momento di difficoltà di molti: le sponsorizzazioni non arrivano come prima. L’importante è essere organizzati, poi alcuni costi sono insostenibili e dipende molto da che squadre fai e come gestisci le risorse che hai a disposizione. Io faccio squadre a chilometro zero costruendo a partire dal settore giovanile, con giocatori che accettano il progetto. Investire sulle giovanili dà soddisfazione e struttura".

Sulla stessa linea il numero uno degli Stars Alessandro Cantelli (Dr1), attento a uno sviluppo dal basso. "Faremo la Dr1 con tanti nostri giovani, un progetto bellissimo e coerente con quello che facciamo da anni, cioè campionati di Eccellenza che preparano il più possibile ai campionati senior: faremo anche la Dr2 perché ho sempre pensato alle due prime squadre per un percorso completo per i giovani. Vedo diverse defezioni in B e in C, ritengo per un rapporto costi-benefici non idoneo: ahimè i costi sono al di fuori della realtà".

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