Losi, Europa e orgoglio. "Il titolo con il Cus Bologna e la società con mia moglie. I canestri sono la mia vita»
Jordan, 43 anni, ha conosciuto la sua Magdalena sul parquet nel 2007 "Giocavo per l’Alma Mater Studiorum, non ci siamo più lasciati". Hanno quattro figli, rilevato una tabaccheria e lanciato il club B4U Calderara.
Che fosse un predestinato dei canestri lo si doveva intuire dal nome. Papà Vanni chiamò lui Jordan e il fratello, di cinque anni più giovane, Michael. Facile pensare a Michael Jordan. Solo che papà Vanni precorse i tempi, decidendo questi due nomi quando ‘Sua Altezza’ non era ancora il fenomeno mondiale che sarebbe diventato.
Jordan Losi, 44 anni il 2 ottobre, è l’allenatore che ha guidato l’Università di Bologna alla conquista dell’Europa. Mai un ateneo italiano si era spinto così in alto agli Europei: le ragazze di Jordan, a Miskolc, in Ungheria, hanno fatto il miracolo.
Cresciuto nelle giovanili della Fortitudo, Losi ha girato l’Italia e tutte le categorie Tortona, Ferrara, Ferentino, Verona, San Severo, Torino e Mantova. Portando ovunque il marchio di fabbrica: Jordan era uno specialista del tiro dalla lunga distanza. E, come un suo omonimo – il Charles Jordan ammirato in Fortitudo – amava tirare un passo dopo la metà campo. Distanze impossibili per tutti, non per lui.
Il legame con il Cus Bologna è forte, fortissimo. Grazie anche al matrimonio. Già, perché Jordan ha conosciuto Magdalena, nata in Polonia, a Ginevra, in occasione degli Europei Eusa del 2007. Colpo di fulmine tra i due, tra assist, palloni e triple. Da quell’unione sono nati quattro figli: Ginevra (in omaggio alla cittadina svizzera dove si sono conosciuti) di 15 anni, Lisa di 10, Jan di 7 e Sebastian di 4.
Per quattro stagioni ha fatto parte dello staff tecnico della Virtus rosa: Giroldi, Liberalotto, Gianolla, Lardo, Ticchi per un giorno Vincent e per due Mendez. Con Magdalena ha rilevato la tabaccheria a Calderara che era della madre Monica. Poi, sempre con Magdalena, ha creato una società di basket, la B4U Calderara (che starebbe per basket for you).
"Ho la tessera da allenatore nazionale – dice Jordan –, ma non è più il tempo di girare l’Italia. Il mio sogno è quello di guidare, un giorno, i ragazzi e le ragazze che stiamo tirando su a Calderara".
Un progetto ambizioso quello di Jordan, che guarda lontano. "Come ho guardato lontano con il Cus Bologna. L’anno scorso abbiamo iniziato un percorso per arrivare agli Europei di casa, nel 2025, con un nucleo di valore. Abbiamo vinto il bronzo nel 2023, l’oro quest’anno. Sono davvero orgoglioso di queste ragazze. S’è formato un bel gruppo. Elisabetta Tassinari e Alessandra Orsili giocano in A, eppure non hanno avuto problemi a unirsi con le altre. Tassinari è stata inserita nel miglior quintetto assoluto di Miskolc, ma per tutto il torneo è stata il difensore più efficace e spietato. L’avversaria più tosta la marcava lei. Amina Zarfaoui, che è la nostra play, si è messa a marcare il loro pivot. Sono solo due momenti per spiegare lo spirito di un gruppo incredibile".
Tabaccaio e coach, coach e tabaccaio con un grande senso di appartenenza al Cus Bologna.
"In principio di tutto c’è Federico Panieri, il direttore generale del Cus. Per noi è come un papà. E’ lui che ci ha offerto la possibilità di giocare ad alto livello. E grazie all’Università di Bologna che ci ha supportati in modo fantastico e completo, abbiamo vissuto dieci giorni da professionisti. Far parte del Cus Bologna per me è motivo di grande orgoglio. E sono soddisfatto perché sono riuscito a trasmettere questo senso di appartenenza anche alle ragazze. Così andiamo avanti felici".
E pure vincenti.
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