Mordente la gioca per noi: "Sarà una gara divertente"
L’ex di Reggio e Treviso: "I biancorossi non devono pensare alla Final-Eight ma restare concentrati sul match del PalaVerde. Vorrei vedere Vitali in campo".

Marco Mordente in maglia Bipop: per lui 106 presenze in biancorosso
Marco Mordente è stato un grande interprete del ruolo di esterno del basket italiano, soprattutto nella prima decade del 2000. E lo ha fatto partendo da Reggio ed esplodendo a Treviso, quando era griffata Benetton e conquistava trionfi in serie. Oggi il 46enne ex capitano della Nazionale è "business team coach e inspirational speaker" (praticamente il motivatore) per aziende e atleti.
Mordente, quanto hanno contato per lei gli anni in Pallacanestro Reggiana? "Tantissimo. Reggio è stata doppiamente fondamentale per me. Sono arrivato da voi quando c’era Chiarino Cimurri, perdendo amaramente la finale per la promozione in A1 e ci sono tornato, dopo una parentesi difficilissima a Siena, per conquistarla con Landi e Frates, da atleta importante del team. E’ grazie alla Pallacanestro Reggiana che sono rientrato nel basket che conta".
Poi è arrivata la chiamata di Treviso. "Se Reggio è stato il trampolino di lancio, con la Benetton è arrivata la consacrazione, il primo scudetto e la possibilità di essere allenato da coach come David Blatt e giocare con compagni come Bargnani o Goree. In Veneto ho capito cosa voleva dire competere ad altissimo livello, anche in Eurolega".
Sono passati quasi vent’anni e Reggio e Treviso continuano a sfidarsi in Serie A. "I tempi sono cambiati e i ruoli si sono invertiti. Al tempo in cui giocavo l’obiettivo della Pallacanestro Reggiana era soprattutto salvarsi, mentre la Benetton cercava di vincere l’Eurolega. Oggi Treviso sta ritrovando la sua stabilità, con l’aiuto della grande passione dei tifosi che non si è mai esaurita, mentre Reggio, grazie all’impronta europea e all’alta impostazione manageriale che le sta dando Coldebella, ha ambizioni maggiori".
Ci sono giocatori nelle due squadre che assomigliano a quelli dei suoi tempi? "Francamente no. Però, guardando alla Unahotels, voglio spendere una parola per Michele Vitali, per il suo carattere, per il modo in cui gioca. E gli do appuntamento al Palaverde, lo aspetto in campo".
Come vede la sfida di omani? "Mi aspetto un match divertente. Vincerà chi riuscirà a mantenere più salda la concentrazione. Non pensando all’imminente Final-Eight, Reggio, o alla pausa del campionato, Treviso".
A proposito di Coppa Italia. Lei era biancorosso quando l’allora Bipop, nel 2005, arrivò in finale, evento unico per la società… "Fu un weekend incredibile. Arrivavamo alle finali da neopromossi; Frates ci disse: ci hanno invitato al ballo, e allora facciamo vedere come sappiamo ballare. Contro Milano, nei quarti, avevamo chiaro il piano partita, li portammo dove volevamo e riuscimmo a imporci. Contro Roma, in semifinale, fu l’entusiasmo e la spinta dei nostri tifosi, ricordo quando mi giravo e vedevo solo biancorosso in curva, a portarci oltre l’ostacolo. In finale, già dai primi minuti, capimmo però che la Benetton di Messina era davvero troppo forte. Ma tutti a Reggio furono orgogliosi di quei giorni".
La Final-Eight è il torneo delle sorprese. Potrebbe esserlo l’Unahotels questa volta? "Sa cosa diceva la mia compagna quando giocavo? Che non capivo nulla di basket perché non azzeccavo mai un pronostico. E qui mi fermo".
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